FIUMICINO - È emersa la prima anticipazione sul grande piano di sviluppo dell’aeroporto di Fiumicino, un progetto che definisce il futuro dello scalo e ne misura i riflessi economici per il territorio.

L’analisi, in corso di completamento, ha ricostruito gli effetti sul valore aggiunto e sull’occupazione, elaborando scenari che coinvolgono il Comune di Fiumicino, la Provincia di Roma e l’intera Regione Lazio.

L’intervento nasce dall’esigenza di adeguare l’aeroporto ai flussi previsti nei prossimi vent’anni: al 2046 la domanda complessiva potrebbe raggiungere i 100 milioni di passeggeri all’anno, con un incremento medio del 3,2% annuo.

Un livello che richiede nuove infrastrutture, ampliamenti e un potenziamento complessivo delle aree operative, per garantire la piena competitività internazionale dello scalo.

Lo studio della Luiss ha analizzato tre fasi. La prima è quella di costruzione, dedicata alle opere e alla realizzazione dei nuovi spazi.

Segue la fase gestionale, legata al funzionamento dell’aeroporto a pieno regime una volta completato il masterplan.

Infine arriva la fase catalitica, che valuta i benefici prodotti dall’aumento dei passeggeri internazionali e dalla crescita del turismo attratto da un hub più efficiente e connesso.

I numeri forniti offrono un quadro chiaro dell’impatto che il progetto avrebbe sull’economia. A livello nazionale il valore aggiunto generato nelle tre fasi raggiunge circa 70 miliardi di euro attualizzati al 2025.

La ricaduta locale, invece, presenta un dettaglio ancora più rilevante.

Nel Lazio l’incremento complessivo supera i 18 miliardi di euro, accompagnato da 67.100 nuovi posti di lavoro stabili al 2046.

La Provincia di Roma registra 14 miliardi di euro di valore aggiunto e 53.200 nuove occupazioni, mentre il Comune di Fiumicino raggiunge quota 5 miliardi di euro, con 13.450 posti di lavoro aggiuntivi previsti a fine periodo. Si tratta di una crescita che mostrerebbe effetti già nella fase di realizzazione delle opere e che, nel lungo periodo, potrebbe trasformarsi in un volano per l’intero sistema produttivo collegato allo scalo: trasporti, logistica, servizi, ricettività, attività commerciali e filiere connesse all’indotto aeroportuale. Accanto ai benefici, l’anticipazione mette in luce un altro elemento: i ritardi.

Ogni anno di slittamento nell’avvio delle opere comporterebbe un costo economico rilevante, destinato a sommarsi al mancato valore generato e all’occupazione che non maturerebbe nei tempi previsti. L’entità di questo impatto sarà illustrata nel rapporto completo, ma il principio è già chiaro: posticipare i lavori significa ridurre la competitività dell’aeroporto e rallentare le ricadute positive sul territorio.

Nel frattempo, il dibattito pubblico continua a concentrarsi sull’urgenza di una visione strategica che permetta a Fiumicino di consolidare il suo ruolo di principale porta d’ingresso del Paese.

La crescita del traffico registrata negli ultimi anni, insieme alla posizione geografica dello scalo, conferma la necessità di una programmazione che guardi con decisione ai prossimi decenni.

Il documento completo sarà presentato il 9 dicembre, offrendo un quadro definitivo sull’impatto del masterplan e sulle ricadute concrete per il tessuto economico del Lazio e dell’area metropolitana romana.