Troppe perplessità su Francigena e l’opposizione abbandona l’aula. Una reazione che ha fatto seguito a un acceso dibattito sulla delibera che ha proposto il rinnovo della gestione del trasporto pubblico locale per altri 11 anni e l’affidamento del servizio di bike sharing e dell'area camper alla partecipata al 100% dal Comune. L’attuale contratto per il Tpl è prossimo alla scadenza e l’amministrazione Frontini ha deciso di proseguire il percorso già in atto, continuando a puntare sui contributi pubblici più che sugli introiti dei servizi - Tpl, parcheggi, farmacie comunali - per la sopravvivenza della società. Tanto che la consigliera dem Francesca Sanna, sempre molto attenta all'aspetto economico delle questioni, fa una riflessione e si chiede se sia «davvero conveniente lasciarla in house o forse sarebbe meglio esternalizzare?». Tanti i dubbi del Pd. In particolare del capogruppo Alvaro Ricci, il quale a più riprese e in varie occasioni ha esternato perplessità sulla gestione e sul piano di risanamento della società. Ed è tornato a ribadirli anche nella seduta di consiglio: «Abbiamo un’idea diversa sul funzionamento di Francigena, deve essere uno strumento operativo che realizza obiettivi strategici. Noi riteniamo non ci sia un piano di rilancio della società. Francigena deve iniziare a investire, ampliando e impiegando le entrate». Per Ricci il mantra sulla partecipata, continuamente ribadito, è che “deve iniziare a camminare sulle sue gambe”. Cosa che finora, ritiene non sia ancora avvenuta. Il parlamentino di Palazzo dei Priori era chiamato ad approvare lo schema di contratto sulla base dell’offerta economica presentata da Francigena. L’insieme dei servizi gestiti dovrebbe consentire alla partecipata di poter contare su un introito totale di 1,3 milioni di euro. E parte degli utili derivanti dovrebbero poi confluire nelle casse comunali. Sempre che l’amministrazione non decida, come già avvenuto in passato, di lasciarli in pancia alla società. Ma le critiche dell’opposizione sono rivolte anche alla qualità dei servizi. «Mediocri e che costeranno davvero troppo alle casse comunali» rimarca Andrea Micci della Lega. Mentre Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, chiede lumi sulla proprietà dei nuovi autobus in arrivo. «Sono del Comune o di Francigena?» è la domanda che precede una richiesta di chiarimento qualora la società dovesse fallire. «I bus rientrerebbero tra i beni che verrebbero pignorati?».

La risposta arriva dall’assessore alle Società partecipate Elena Angiani, la quale chiarisce che «il bando per l’acquisto è stato indetto da Francigena. Gli autobus non sono mai stati di proprietà del Comune. Non c’è alcun atto in tal senso. I fondi vengono trasferiti dal ministero alla Regione che poi li assegna alle aziende dei trasporti».

Spiegazione accolta con scetticismo dal dem Ricci, il quale ritiene quantomeno improbabile che «quei bus pagati con soldi pubblici siano ora di proprietà di un'azienda privata» e conclude rimarcando che «l’equilibrio economico di Francigena si regge soltanto sui canoni del Comune. Deve iniziare a camminare da sola».

Quindi si alza e con il resto dell’opposizione abbandona l’aula al momento della votazione. La maggioranza approva.