PHOTO
«Predisponiamo subito la lettera per organizzare un incontro con il ministro Pichetto Fratin». Immediata e tempestiva l’azione del presidente della Provincia Alessandro Romoli in risposta alla sollecitazione giunta dai sindaci dei Comuni in cui insistono i 21 siti idonei, individuati da Sogin nella Tuscia, per ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Proposta arrivata nel corso della riunione convocata ieri dal vertice di Palazzo Gentili.
«Un giro di tavolo - ha spiegato Romoli - per capire come procedere alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal ministro all’Ambiente e alla Sicurezza energetica». Fratin Pichetto recentemente infatti ha espresso l’intenzione di archiviare la questione del deposito unico di stoccaggio delle scorie nucleari a favore di una serie di strutture di dimensioni più ridotte, già esistenti. «Un apprezzabile cambio di rotta» plaude Romoli senza però derogare alle azioni già intraprese e a quelle che è opportuno continuare a portare avanti. La battaglia a tutela del territorio prosegue in attesa che il «cambio di passo si traduca in atti amministrativi da parte del governo» ha sottolineato. Intanto la Provincia ha già redatto un elenco di tecnici per eseguire le analisi su tutto il territorio interessato, che sarà suddiviso in 3 macroaree, e le cui valutazioni ai fini delle osservazioni da redigere saranno effettuate su ogni singolo sito dei 21 iscritti nella Cnai (carta nazionale aree idonee).
«L'idea dell'amministrazione - ha proseguito il presidente della Provincia - rimarrebbe quella di procedere con le analisi dei siti come previsto. Ritengo che dotarsi di osservazioni puntuali sia un'esigenza che resta fondamentale». Alcuni studi eseguiti in maniera autonoma dai Comuni sono già stati fatti pervenire alla Provincia. Dopo il via libera da parte dei sindaci intervenuti alla riunione, l'ente di via Saffi procederà dalla prossima settimana a formalizzare gli incarichi ai professionisti che indagheranno «sito per sito sotto il profilo vegetazionale, geologico e urbanistico» ha spiegato Romoli.
La proposta di organizzare l'incontro con il ministro Fratin è partita dal sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci, il quale definendo la riunione «un giro di boa rispetto alle iniziative intraprese finora per accelerare sulle osservazioni”, ha invitato a non abbassare la guardia e annunciato la preparazione di ulteriori azioni di mobilitazione contro il deposito con i paesi limitrofi. Il comune di Tuscania ha già fatto eseguire le analisi ma giudica positiva la discesa in campo dei tecnici incaricati dalla Provincia «per approfondire».
Anche altri Comuni - Ischia di Castro, Gallese, Canino, Montalto di Castro fin dal 2021, Vignanello -, pur avendo già proceduto agli studi sui siti insistenti nelle aree di loro competenza, ritengono utile e importante l'iniziativa intrapresa dall’ente provinciale. Quasi tutte le amministrazioni comunali invitate all’incontro in Provincia hanno risposto ‘presente’, per lo più collegati da remoto. In aula, in presenza, Piansano e Arlena di Castro.
In conclusione, il presidente Romoli ha spiegato la ratio della riunione e degli incarichi ai professionisti con «l'esigenza di raccordare tutte le osservazioni raccolte e quelle che arriveranno dai tecnici individuati dalla Provincia, per le quali fisseremo termini piuttosto stringenti, in un unico documento in cui ordinare e costruire un iter su fondamenta solide». Documento che sarà poi sottoposto al vaglio del consiglio provinciale e dell’assemblea dei sindaci per la redazione di una delibera, atto di maggiore peso formale.