«Il Comune è proprietario del nome San Pellegrino in fiore».

L’annuncio della sindaca Chiara Frontini questa mattina nella sala consiliare di Palazzo dei Priori. Insieme a lei, gli assessori allo Sviluppo economico locale Silvio Franco e alla Qualità degli spazi urbani Emanuele Aronne, il capogruppo di maggioranza Giancarlo Martinengo e poi Armando Malè, Franco Fontana e Aldo Cannone dell’Ente autonomo che ha dato vita e gestito per oltre 30 anni la manifestazione florovivaistica.

«L’aver acquisito una proprietà intellettuale per il Comune è un momento importante anche per la messa a punto di un nuovo percorso. Un atto con cui la città si appropria di una manifestazione tradizionale» sottolinea la prima cittadina.

Una manifestazione che quest’anno è mancata all'appello però «l’amministrazione ha lavorato per un ritorno nel 2024, ora sancito anche da un passaggio simbolico importante, e speriamo con l’accompagnamento dei rappresentanti dell’Ente autonomo».

Malè, Fontana e Cannone si sono dichiarati «soddisfatti dell’epilogo di questa storia, durata 33 anni, e che il Comune possa prendere in mano la manifestazione».

«Abbiamo ceduto il nome gratuitamente, l’opzione di venderlo non l’abbiamo neanche mai presa in considerazione. - hanno aggiunto - Con le risorse del Comune speriamo che la manifestazione possa ulteriormente crescere. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare».

Un passaggio, quello della cessione gratuita, «sereno con l’obiettivo di fare qualcosa per valorizzare Viterbo» evidenzia la Frontini, che qualche giorno fa ha registrato il marchio San Pellegrino in fiore alla Camera di commercio.

Registrazione che, tra l’altro, «elimina - ammette l’assessore Franco - anche il problema di capire quale nome dare in corsa a una manifestazione così prestigiosa».

Sulle prospettive future dichiara: «In assestamento di bilancio sono previste delle risorse per la progettazione. Somma che ha una duplice valenza: servirà a individuare le linee di indirizzo su come organizzare la rassegna, che si terrà sempre nel weekend del primo maggio, e per dare alla manifestazione le risorse che merita. Successivamente si valuterà se con fondi tutti comunali o con la partecipazione di sponsor privati».

Ha quindi ringraziato Malè, Fontana e Cannone «perché la loro collaborazione sarà per noi fondamentale nel prosieguo. Non è un passaggio di consegne dal punto di vista organizzativo ma un passaggio formale del nome».

San Pellegrino in fiore, negli intenti della sindaca Frontini e di Franco, come marchio identificativo per connotare servizi e prodotti e «poter utilizzare anche nel percorso di candidatura di Viterbo come Capitale europea della Cultura».

«Da architetto - aggiunge l’assessore Aronne - ho preso parte come progettista a 3 edizioni e ricordo con piacere la sorta di competizione che si creava tra tecnici per realizzare l’allestimento più bello. Spero che si ritrovi questo spirito per alzare ulteriormente il livello della manifestazione».

«Il rispetto di una tradizione è importante e il modo migliore è quello di creare un ponte di continuità, un passaggio di testimone nell’ottica di garantire qualità per la città» dichiara il consigliere Martinengo, fornendo un perfetto assist per la conclusione della sindaca Frontini: «E non averla fatta quest’anno ha proprio il significato di rispettare la tradizione della manifestazione».