«Tagliare i fondi per la viabilità provinciale significa mettere a rischio la sicurezza dei cittadini». Il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, lancia il grido d’allarme rispetto ai tagli del Governo.

«I tagli imposti dal Governo ai fondi destinati alla messa in sicurezza della rete viaria provinciale rappresentano un colpo durissimo per i nostri territori - dice Romoli - Parliamo di una scelta che mette seriamente a rischio la sicurezza dei cittadini e la tenuta stessa delle nostre comunità locali».

Romoli parla delle misure previste dalla legge di bilancio e dal decreto Milleproroghe che «comportano una riduzione di circa 1,7 miliardi di euro sulle risorse assegnate a province e città metropolitane per gli anni 2025 e 2026, con un taglio del 70% della spesa programmata e una diminuzione media del 50% fino al 2029.

Questi fondi - dice - erano destinati a garantire la sicurezza delle nostre strade provinciali, a partire da interventi già progettati e cantieri già avviati. Interromperli adesso significa gettare al vento risorse, pianificazioni e, soprattutto, mettere in discussione il diritto dei cittadini a muoversi in sicurezza».

Per la sola provincia di Viterbo il taglio è di 3,5 milioni di euro, con un residuo di appena 1,5 milioni per due anni. «Cifre - prosegue Romoli - che mettono a rischio la realizzazione di progetti già approvati e fondamentali per il nostro territorio».

Il presidente della Provincia sottolinea che «nel Viterbese, come in tante altre aree interne del Paese, le infrastrutture viarie non sono un optional: sono essenziali per assicurare l’accesso a servizi fondamentali come la sanità e la scuola. Venir meno a questa responsabilità equivale ad abbandonare intere comunità».

Come presidente dell’Upi Lazio, Romoli ha convocato il coordinamento regionale delle province del Lazio, coinvolgendo i presidenti di Latina, Frosinone e Rieti. L’incontro avrà l’obiettivo di definire una posizione condivisa e rafforzare le richieste già avanzate a livello nazionale. Romoli inoltre ritiene che serva con urgenza un tavolo di crisi con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il ripristino immediato di almeno 385 milioni di euro per il biennio 2025-2026.