Via libera alla proroga, a tempo, di Salvatore Genova alla guida di Talete.

L’amministratore unico della Spa idrica, giunto alla scadenza del mandato, è stato confermato fino al 31 gennaio 2026.

A dire sì all'unanimità ieri è stata l’assemblea dei soci, riunitasi subito dopo la consulta d'ambito tenuta nella stessa mattinata.

Una continuità, seppure a tempo, del percorso approntato in questi anni dalla figura apicale dovuta anche a una serie di fattori che ballano sul tavolo di lavoro dell’azienda: dalla serie di assunzioni già avviata e che si concluderà nei prossimi mesi per arrivare a novembre a internalizzare tutti quei servizi ancora affidati a ditte esterne, all'iter per il procedimento di gara che vedrà la cessione del 40% di quote societarie di Talete ai privati.

Consenso unanime dunque al prosieguo di Genova nel ruolo di amministratore unico con l’unica astensione di Vasanello, Comune che sta perfezionando le procedure per completare l’ingresso nell’Ato (ambito territoriale ottimale) a cui hanno aderito, come da obbligo regionale, tutte le amministrazioni del Viterbese.

E se Vasanello ha scelto di mantenersi neutrale in fase di voto, il Comune di Viterbo invece non si è espresso in quanto assente. A proporre la conferma fino al prossimo gennaio è stato il presidente della Provincia Alessandro Romoli, il quale nei giorni precedenti ha portato avanti un lavoro di raccordo con i sindaci per arrivare a una quadra in vista degli importanti obiettivi che attendono la società di gestione idrica nei prossimi mesi.

E nell’illustrare i motivi che lo hanno portato a proporre la proroga del contratto all’amministratore unico, il presidente dell’ente di via Saffi ha sottolineato, tra gli altri, la capacità di Talete di reperire fondi Pnrr per una serie di importanti investimenti per effettuare interventi sulla rete idrica.

Ha quindi ribadito con forza come l’unica possibilità di mantenere il servizio idrico pubblico, a fronte delle criticità che attanagliano Talete, tra cui la carenza di liquidità, ed evitare il fallimento della Spa fosse quella di aprire al privato.

Rimarcando che, con il 60% del capitale sociale in mano agli enti locali, il servizio idrico rimarrà pubblico. E Genova, dopo la riconferma, ha espresso soddisfazione per la fiducia accordatagli dall’assemblea per la prosecuzione dell’incarico.