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«Un concetto innovativo per una pubblica amministrazione». La sindaca Chiara Frontini sottolinea così il carattere di grande visione per il rilancio del centro che ha portato all’apertura di “Spazio Viterbo” in via Cavour. Non il solito sportello informativo ma un punto operativo e creativo che persegue un obiettivo strategico: rendere il centro storico e la città un marchio riconoscibile da posizionare sul mercato internazionale.
«È un ufficio comunale a tutti gli effetti, gestito con professionalità esterne con un taglio commerciale, che mette in sinergia diversi settori e competenze. Se c’è un attrattore potente il centro funziona. Ma gli eventi non bastano» riconosce la prima cittadina. Alla sorta di «Piano Marshall che stiamo mettendo in campo, in cui si innestano rifunzionalizzazioni, interventi strutturali, il piano del commercio e quello della mobilità urbana, mancava un aspetto. La declinazione in chiave commerciale, con un’apposita strategia di marketing». Una lacuna da colmare con “Spazio Viterbo” per incrementare i risultati già ottenuti: «Dal 2022 a quest’anno il turismo ha fatto registrare un più 25%». La sindaca poi, rimarcando come l’hub di via Cavour rappresenti un progetto innovativo per un'amministrazione pubblica, specifica che «ci sarà un monitoraggio continuo per tarare e valutare le performance. Se vive il centro vive la città, - conclude Frontini - perché il centro è l’immagine della città». Le attività operative e creative dello Spazio Viterbo sono gestite da Martina Campanella che guida un team di professionisti, in maggior parte donne, esperti di marketing e comunicazione. La manager nell’illustrare il progetto è partita dalla sua esperienza di fashion design che la vede operare su progettazione di marchi e su progetti di distribuzione in 50 Paesi dei brand di moda per cui lavora.
E proprio dal mondo della moda parte la sua analisi. «La desertificazione del centro è iniziata da tempo. Il cliente non ha più il piacere dell’acquisto» dichiara. Ma se finora la “colpa” di tale situazione veniva attribuita alla grande distribuzione, Campanella rivela che dagli studi sui trend del settore emerge che anche «i grandi centri commerciali stanno subendo contrazioni», tanto che negli Stati Uniti e anche nel Nord Italia stanno già convertendo gli spazi in luoghi per esperienze più sensoriali, e pure l’e-commerce sta segnando il passo. «Molte griffe di alta moda stanno pensando di riprogettare i loro spazi, abbandonando i grandi show-room per tornare a piccole boutique monomarca». Una tendenza che, per la manager, pone l’accento «sull’esigenza di riscoprire piccole realtà, per far rivivere l’emozione dell'acquisto». Nasce così l’idea di un progetto che crei «un approccio intimo, elegante per dare identità al centro che incuriosisca e che possa richiamare un target alto-spendente». Un’identità, contrassegnata dal sigillo di Viterbo, che “venda” il centro come un marchio. Obiettivo che Spazio Viterbo intende raggiungere a livello operativo tramite una piattaforma, un sito web e una gestione social molto performanti per attuare una campagna pubblicitaria del centro con una guida mirata dedicata alle Botteghe storiche per indicare ai visitatori cosa si può acquistare e dove. Intanto è già stato pubblicato un reel in lingua inglese, con sottotitoli in italiano, sulle bellezze della città per ingolosire i cybernauti nazionali e internazionali. Tecnologia ma anche canali tradizionali con una pianificazione di comunicazione e marketing da veicolare anche sulla stampa nazionale per far conoscere «il centro storico che non ti aspetti». A fare da innesco alla nascita di Spazio Viterbo è stata l’amicizia tra Martina Campanella e la consigliera Maria Rita De Alexandris, alla quale la manager ha sottoposto il progetto. «Martina - afferma De Alexandris - mi ha dato una visione, perché la città non va solo abitata ma vissuta». Visione che, dopo il confronto con la sindaca, si è concretizzata con il battesimo di Spazio Viterbo.
Un’iniziativa che, dichiara Marco Nunzi, delegato ai Rapporti con le attività commerciali, «incuriosisce imprenditori e commercianti della città». Con l’auspicio che il progetto possa innescare una sorta di competizione positiva per un reale e concreto rilancio del centro storico.



