La ridotta volumetria del quarto invaso della discarica di Monterazzano, passata da 960mila a 550mila metri cubi, non placa i timori del territorio riguardo all’essere designata pattumiera del Lazio. La diminuzione, decisa in conferenza dei servizi il 5 dicembre, pur dimostrando da parte della giunta Rocca la volontà di un concreto cambio di passo in materia di gestione dei rifiuti, non incide però su quello che per istituzioni ed enti del Viterbese è il nodo focale, ossia la prescrizione dell’Area rifiuti della Regione nella quale si prevede l’ampliamento a uso dell’intero Lazio. Ed è proprio su questo aspetto si è incentrata la conferenza stampa congiunta di Comune e Provincia di Viterbo per rappresentare la posizione netta e inequivocabile del territorio. Posizione che, al di là degli schieramenti politici, esprime la volontà univoca delle amministrazioni provinciale e comunale del capoluogo e di tutti i sindaci della Tuscia. Il presidente della Provincia Alessandro Romoli ha rimarcato come in sede di conferenza servizi abbia espresso, pure come Upi Lazio, «parere nettamente contrario all’ampliamento» anche perché «il dimezzamento della volumetria non risponde alla volontà del territorio ad assorbire esclusivamente i rifiuti della nostra provincia».

«Diminuendo l’area, qualora resti la mole di conferimenti altrui - ha aggiunto - l’invaso si esaurirebbe in minor tempo». Romoli confida che il presidente Rocca, al quale sono state inviate le perplessità e le osservazioni che le istituzioni e il territorio «hanno presentato in modo preciso, con la consapevolezza che siamo qui a rappresentare la necessità che il Viterbese venga tutelato».

La sindaca Chiara Frontini, che sull’esito della conferenza servizi del 5 dicembre - aggiornata al 19-20 dicembre - si era già espressa in consiglio comunale, ha ribadito la «netta e inequivocabile posizione dell’amministrazione, al di là di ogni schieramento, a difesa del territorio».

Rammentando inoltre che nel patto pre-elettorale con la Regione, tra i vari impegni, c’era proprio lo stop del conferimento dei rifiuti delle altre province a Viterbo. Si è soffermata poi su un particolare interessante relativo all’attuale invaso.

«Durante la conferenza è emerso che l’esaurimento della discarica, di cui si è tanto parlato e che doveva avvenire lo scorso ottobre, in realtà ha una durata di vita fino ad aprile-giugno 2024 grazie a un ridotto conferimento dei rifiuti. Quindi - ha osservato - è possibile ridurre il carico di immondizia proveniente da Roma e dalle altre province laziali».

E sulla riduzione della volumetria del nuovo invaso ha reiterato il suo pensiero: «Se il fabbisogno della Tuscia è stimato in 30-35mila tonnellate di rifiuti, o sono sballati i dati o la volumetria di 550mila metri cubi è spropositata».

Ha poi sottolineato come «il territorio stia rispondendo, politica e istituzioni, in maniera unanime» per invertire un trend che vede la Tuscia sotto attacco su rifiuti e grandi impianti rinnovabili. «Un trend non più tollerabile, sarebbe un tradimento del territorio» ha tuonato.

Comune e Provincia uniti anche nell’intenzione di proseguire la battaglia legale davanti al Tar qualora la Regione non revochi in autotutela la prescrizione relativa all’utilizzo da parte dell’intero Lazio del nuovo invaso viterbese. A margine della conferenza, il presidente Romoli ha tenuto a comunicare che «il Tar ha rinviato l’udienza sulla discarica di Arlena, fissata ieri, perché ha ritenuto ammissibili le osservazioni presentate».