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Inizia un’altra settimana di tensioni per il sindaco Tedesco. Mercoledì si voterà quello che potrebbe essere il suo ultimo vero bilancio e subito dopo, se - come ha già detto e confermato - Emanuela Mari si dimetterà da consigliere comunale e presidente del consiglio, si aprirà una fase di nuova turbolenza per la maggioranza che sarà chiamata ad eleggere il successore di Mari e ad affrontare l’ennesimo rimpasto di giunta, per arrivare nei giorni successivi anche alle nomine in Csp.
Probabilmente anche stavolta Tedesco avrebbe fatto volentieri a meno di riscombinare il quadro, ma la richiesta parte proprio dal partito che per mantenere l’attuale (dis)equilibrio avrebbe dovuto far finta di nulla e tirare a campare: Forza Italia. In realtà, tra gli azzurri i mal di pancia sono partiti nei mesi scorsi, con il trasloco di Mari in FdI, per esplodere dopo l’esito delle elezioni regionali, con la prevista e sonora bocciatura di Roberto D’Ottavio. Il coordinatore cittadino del partito, nonché super assessore ai Lavori Pubblici, di fatto ha... lavorato per Mari, sperando che si candidasse anche lei alle regionali, ma in coppia con lui in Forza Italia, non certo nelle fila meloniane. E così D’Ottavio ha fatto la fine del gambero: dai proclami tipo “controlliamo tre partiti” (includendo a sproposito Fratelli d’Italia e Azione, a cui si era avvicinato lo stesso D’Ottavio, insieme a Daniele Perello) a una serie di passi indietro che lo porteranno probabilmente lontano da Civitavecchia.
Proprio Perello, fino a poco fa politicamente lusingato e corteggiato da D’Ottavio, al punto da creare il famoso “cantiere” di Civitavecchia 2024, dopo essersi spostato verso Mari, avendola sostenuta apertamente alle regionali, ora si candida ad entrare in giunta. Le difficoltà maggiori sono nei numeri e nei conseguenti equilibri: Perello si muove d’intesa con l’azzurro Matteo Iacomelli e, finora, con il capogruppo Massimo Boschini. Ma le loro strade sembrano destinate a dividersi, avendo tutti lo stesso obiettivo, ossia quello di avere un assessore. Ma mentre Perello (che deve anche dichiarare quale giacchetta indosserà fino alla fine della consiliatura: Forza Italia, gruppo misto o che altro?) ha un problema in più legato all’ingresso nell’aula Pucci di Stefano D’Angelo, primo dei non eletti della Lega, che entrerebbe con non pochi sassi da togliersi dalle scarpe, per assestare potenti pedate, non è da escludere che ad alzarsi dai banchi della Pucci per sedersi in giunta possa essere Iacomelli (in accordo con lo stesso Perello). In questo caso ci sarebbe spazio per un berlusconiano doc come Diego Peraino. In due però non basterebbero comunque a sostenere un secondo assessore: né l’attuale Cinzia Napoli, né la possibile sostituta Debora Zacchei.
Un puzzle non semplice da completare, con la Lista Tedesco che pur essendo stata accontentata anche nel recente rientro di FdI mantenendo il vicesindaco e rinunciando ad un secondo assessore, oggi potrebbe tornare alla carica, chiedendo in alternativa la presidenza del consiglio, per poi probabilmente voler atterrare sulla riconferma di Lungarini alla presidenza di Csp. Il completamento del domino è però legato alla sua partenza: l’elezione del presidente del consiglio che secondo gli accordi iniziali dovrebbe spettare a chi ha preso più voti, così come fu con Mari che infatti ha mantenuto la carica anche passando da Forza Italia a FdI.
Ma ovviamente in questa fase ciascuno ha il diritto di rivendicare ciò che vuole. Poi starà al Sindaco e al buon senso consegnare il quadro definitivo di fine consiliatura.
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