Nel cuore di Roma, a Testaccio, quartiere di movida, siamo andati (incuriositi e speranzosi) a provare questo osannato ristorante (dalla guida francese per eccellenza). Un locale gradevole con la tendenza minimalista negli arredi, caratteristica dei locali di nuova generazione. Per fortuna non eravamo più di 4 commensali, altrimenti saremmo stati obbligati ad uno dei vari menù degustazione per tutti, imposizione questa che onestamente non gradiamo.

Abbiamo iniziato con un benvenuto/apetizer a base di rape rosse.

Per antipasto abbiamo degustato il crudo di tonno con miso e pompelmo oltre al tataki di manzo, funghi shiitake, porro e nocciola, troppi sapori – a nostro avviso – non amalgamati. Abbiamo proseguito con pasta e ceci con cozze e olio di paprika; ove però il sapore prevalente era quello della farina dei maltagliati al grano saraceno; meglio la linguina in dashi (stile giapponese) di tracina o il risotto riserva San Massimo con triglie cotte e crude, cicoria e cedro (anche se troppo sapido). Saltati i secondi siamo passati ai dessert, questi tutti buoni, dal gelato di rapa rossa, caprino e croccante alle arachidi, alla tartelletta cioccolato bianco e fava tonka, caramello salato karkadè e, ottimi!, i bocconcini di cacao ripieni di ricotta e arancia, tutti merito della giovane pasticcera che ha preparato anche un pane squisito.

Cantina adeguata e non scontata dalla presenza dei soliti marchi e con un rincaro oculato. Servizio cortese e attento.

Conto eccessivo.

Acquasanta - Via Aldo Manuzio, 28 - Roma

Mez


©RIPRODUZIONE RISERVATA