TARQUINIA - Tutti davanti alla tv stasera per la prima puntata dei Fantastici 5, la serie in otto puntate prodotta da Lux Vide, in collaborazione con Rti, che vede la giovane modella e attrice di Tarquinia Chiara Bordi protagonista al fianco di Raoul Bova, Gianluca Gobbi, Francesca Cavallin, Gaia Messerklinger, Vittorio Magazzù, Fiorenza D'Antonio, Enea Barozzi, Rachele Luschi e Giulia Patrignani. La serie, per la regia di Alexis Sweet e Laszlo Barbo, è stata presentata nei giorni scorsi alla Casa del cinema.

Una fiction che pone una nuova attenzione verso la rappresentazione delle persone con disabilità. La trama si muove tra lo sport e una storia di ricostruzione dei rapporti padre-figlie: Riccardo, ex allenatore olimpico, accetta la nuova sfida di allenare per gli Europei dei campioni paralimpici.

Chiara Bordi è Laura: la storia di Laura per molti tratti si sovrappone a quella reale di Chiara, 22 anni, che come il suo personaggio vive le sue passioni e la sua quotidianità con la protesi alla gamba.

Solare, positiva e carica di speranza, Laura a vent’anni (Chiara ne aveva solo 13 quando ebbe l’incidente a Tarquinia) pensa che non ci sia un’età più bella nella vita. Oltre ad un bel sorriso e a un gran fisico, quello che colpisce di lei è il suo carattere. Ma una sera come tante altre, Laura sta tornando a casa sul suo scooter, è solo un attimo, un’auto la travolge. Laura quella sera perde una gamba che le viene amputata. Potrebbe essere la fine di tutto ma la sua natura forte le viene in soccorso quando un giorno, per caso, vede in tv una gara di atletica paralimpica. Laura non ha mai corso ma quel giorno decide di provare a diventare un’atleta, una professionista, come quelli che vede in tv. I risultati in pista non si fanno attendere e dopo poco più di un anno dall’incidente i suoi tempi le permettono di entrare nel più rinomato centro in Italia, la Nova Lux. Peccato però che l’ambiente nel centro sia ipercompetitivo e tutt’altro che accogliente. E poi una questione che sembrava chiusa riemergerà dal suo passato.

“Se questo progetto è riuscito – ha detto Chiara – è perché abbiamo fatto squadra. All’inizio ero titubante, anche io come Luca Pancalli sono stata dura, avevo il timore che la disabilità fosse raccontata in maniera pietista. Nelle serie spesso le persone con disabilità sono elevate a supereroi, invece hanno mille sfumature, e, come si vede in questa serie, possono essere anche antipatiche”.

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