Don Ivan Leto*

Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima, si apre attorno a un pozzo, dov'è Gesù, che chiede da bere a una donna samaritana. Quanti altri episodi dell'Antico Testamento attorno a un pozzo: il servo di Abramo che incontra Rebecca, che sarà moglie di Isacco; Giacobbe e Rachele; Mosè e Zippora.

Da parte di un giudeo chiedere da bere a una donna è già inusuale, a una samaritana, poi, è scandaloso.

Gesù si presenta come colui che è più debole, perché ha sete, chiede.

In realtà le cose stanno in altro modo. Infatti, dovrebbe essere la donna a chiedergli l'acqua viva. Lui è l'acqua di cui abbiamo bisogno, soprattutto oggi quando si pensa di avere tutto.

E l'acqua, sia quella del pozzo con la samaritana, sia quella che Mosè fa scaturire dalla roccia, è un chiaro riferimento al battesimo ed è immagine di Cristo, sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna.

Gesù fa compiere alla samaritana un cammino, prima di rivelarsi come Salvatore, aiutandola a prendere coscienza dei suoi fallimenti e della sua fragilità.

Non finisce con l'acqua, ma con un nuovo inizio, la missione.

La donna lascia la brocca e torna in città a raccontare quanto Gesù gli ha detto della sua vita.

Lei, una samaritana, la prima annunciatrice.

Don Ivan Leto

sacerdote della Diocesi

Civitavecchia - Tarquinia