DON IVAN LETO*

Il duro rimprovero di Gesù non è verso l'uomo, ma si rovescia contro lo spirito immondo che lo possiede e che digrigna contro il Nazareno, il santo di Dio. Per questo Gesù non rimprovera l'uomo, ma lo spirito corrotto che lo abita. Il male è il grande problema ed è difficile distinguerlo dall'uomo, separare il peccato dal peccatore. Le persone presenti nella Sinagoga, finché non entra Gesù, non sanno che l'uomo è posseduto, né chi sia Gesù; invece lo spirito impuro lo sa e glielo grida contro.

A dominare la scena è Gesù e il suo insegnamento, non lo strepito di un uomo posseduto da un demonio. È significativo che la liberazione dell'uomo avvenga in una sinagoga. Il popolo dell'antica alleanza conosceva certamente il mistero del male e la sua prepotenza che imprigiona la vita. Solo Dio può liberare da una schiavitù di fronte alla quale l'uomo è debole e vinto, incapace di affrancarsene. Dopo il battesimo e la proclamazione della sua persona di Figlio di Dio, Gesù è spinto dallo Spirito nel deserto per sperimentare la tentazione. Anche ora, i primi discepoli, sono coinvolti nello scontro con il mistero e la potenza del male. Qui mistero sta a dire una realtà che umanamente non si può comprendere. Il Male è più grande dell'uomo ed è mistero in questo senso. La presenza del Figlio di Dio lo svela, lo risolve, lo domina, imponendogli il silenzio e la cacciata, perché tra Lui e il male c'è estraneità e inimicizia totale: Dio non c'entra col male! La reazione della gente conferma la consapevolezza che il male non è solo conseguenza della cattiveria, ma è mistero negativo che imprigiona, mentre Gesù ne è il grande liberatore. Da qui lo stupore, la meraviglia, lo spavento e la fama di Lui.

Don Ivan Leto

Cattedrale

Diocesi Civitavecchia - Tarquinia