CIVITAVECCHIA – Domenica 17 ottobre 1965, sessant’anni fa, a Campo dell’Oro alto, si tenne il secondo raduno nazionale dei superstiti del 30°, 31° e 32° Battaglione Guastatori del Genio. Volevano celebrare nel luogo dove sorgeva la scuola che li aveva “forgiati e addestrati”. Il primo e precedente raduno si era tenuto a Salerno il 4 ottobre 1964.

La notizia la trovo nel bellissimo e accurato libro di Federico Pirola, ufficiale dei Guastatori alpini, intitolato “Varco! Genieri all’assalto” che ha come sottotitolo “30 mesi di storia del 32° Battaglione Guastatori del Genio da Civitavecchia a El Alamein, nelle testimonianze dei protagonisti”.

A Civitavecchia i reduci del Gruppo nazionale Guastatori vollero eternare quella giornata con lo scoprimento di un cippo commemorativo, progettato da Paolo Caccia Dominioni.

Dopo l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940, lo Stato Maggiore dell’Esercito incaricò il colonnello Pietro Steiner, che era stato il comandante della Scuola centrale del Genio di Civitavecchia, di costituire un centro d’addestramento per i guastatori del Genio.

Steiner “individuò alla periferia sud di Civitavecchia un terreno incolto in area collinare, denominato Campo dell’Oro, richiedendolo in uso gratuito al Comune”.

La scuola non disponeva di locali né per gli allievi, né per gli istruttori. A loro disposizione solo tende e baracche che erano state fornite dalla Scuola centrale del Genio. Furono erette dieci baracche prefabbricate in cui furono alloggiati il comando, la truppa, la mensa sottufficiali e l’infermeria. I materiali necessari per l’addestramento erano conservati in due grandi tende.

Di permanente furono costruiti una serie di bunker in pietra e cemento, ancora oggi visibili, necessari per l’addestramento dei guastatori.

È lo stesso Pietro Steiner a descrivere la nascita della scuola in “Lettera ai miei amici Guastatori”:

“Il campo era uno spazio serrato fra la ferrovia, la via Aurelia e il M. Paradiso che chiudeva l’orizzonte. Quando arrivai per piantarvi la Scuola, era tutto bruciato dal sole di luglio, solo qua e là, le macchie più scure dei lentischi. Mancavano pochi giorni alla fine del mese, voi dovevate arrivare ai primi di agosto e sulla spianata non c’era che l’erba e un modesto fontanile. Le baracche arrivarono dopo … I primi giorni non si poté offrire a chi arrivava che il sole ardente temperato da una leggera brezza e dalla visione del mare azzurro. Vi adattaste sotto le tende, la cucina sorse sotto una grama tettoia e si cominciò. … Non che foste proprio agnellini. Ci fu in uno stabilimento di bagni chi vi stuzzicò un po’ troppo e non ebbe poi più voglia di rifare l’esperienza”.

Oggi di questa storia a Civitavecchia rimane via Guastatori del Genio e il monumento dedicatogli.

PS: quella domenica 17 ottobre 1965, a Civitavecchia accadde un altro memorabile evento, almeno per me. Verso le 10 di sera alla Clinica Siligato mia madre Rosa mi dava alla luce. Nascevo io