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Pietro Tidei ne sa una più del diavolo. A Santa Marinella tutti lo davano per (politicamente) morto già un anno fa, dopo lo scandalo delle immagini hot ma soprattutto dei dialoghi “caldissimi” con qualche dirigente e qualche politico, tutti immortalati dalle microspie della Procura. Tutti lo davano a un passo dalla caduta della sua amministrazione, essendo rimasto con un solo consigliere di margine sulla minoranza.
Invece oggi non solo Pietro il Grande è ancora lì, ma addirittura mette in campo una serie di azioni che devono far riflettere. Perché nessuno crede a semplici boutade dovute magari all’età che avanza. E’ vero, certo, gli anni passano per tutti, ma Tidei è ancora in grado di giocare a palla con la maggior parte dei suoi avversari - veri o presunti che siano - da Santa Marinella a Civitavecchia, passando per i natii Monti della Tolfa.
Tidei sta giocando una partita su un doppio binario. Il libro “Santa Marinella, il futuro è già cominciato” farebbe pensare alla imminente ricandidatura di un sindaco alla fine del primo mandato. Non dovrebbe avere alcun senso da parte di un Sindaco rieletto da soli due anni e non ricandidabile per un terzo mandato. A meno che... quel sindaco non si chiami Pietro Tidei e non metta in conto che l’amministrazione potrebbe cadere prima di metà mandato, ossia del prossimo dicembre: in quel caso Tidei potrebbe decidere di ricandidarsi e fare “all in” cercando di rivincere approfittando delle divisioni degli avversari (se oggi ci fosse un candidato di centrodestra in gradodi superare le divisioni della coalizione, l’amministrazione sarebbe già caduta, mentre invece di fatto una parte di Forza Italia è entrata in maggioranza con Gino Vinaccia e Bruno Ricci) e ridarsi una maggioranza numericamente completa e “ripulita” di contestatori e non allineati allo Zar. Non a caso, durante una recente seduta del Consiglio Comunale di Santa Marinella, Tidei ha “sbadatamente” detto a microfono aperto, riferendosi alla consigliera Maura Chegia, che parlava della sua contrarietà alla statua del bacio, la frase: “Sarà lei a far sciogliere in anticipo il consiglio”.
Il secondo binario su cui sta giocando Tidei è quello di Civitavecchia, dove dopo neppure un anno, la giunta Piendibene è già in difficoltà, anche nei rapporti interni. E dove Tidei sta facendo di tutto per tornare a contare. Proprio sulla statua del bacio Tidei ha cercato di mettere le dita negli occhi del collega di partito, che l’ha fatta andar via da Civitavecchia, salvo poi prodigarsi in una autentica “leccata” allo stesso Piendibene, criticato da Giancarlo Frascarelli di FdI.
Evidentemente, anche la “leccata” fa parte di una strategia. Così come l’ingresso di Vinaccia in Forza Italia: proprio il partito azzurro infatti, dopo aver sostanzialmente contribuito alla vittoria di Piendibene, dividendo il centrodestra, anche a Civitavecchia si sta avvicinando non poco alla maggioranza di centrosinistra, sia con il consigliere Luca Grossi (non è un caso se le sue mozioni vengono spesso votate all’unanimità) sia soprattutto con l’ex candidato sindaco Paolo Poletti, sempre molto ascoltato in seno all’amministrazione. Del resto, Italia Viva, che pure sostenne Poletti, è subito entrata organicamente in maggioranza, con Alessio Gatti consigliere di Csp. E la stessa Barbara La Rosa, prima dei non eletti, rimase fuori dalla giunta nonostante l’intervento del segretario regionale del Pd Daniele Leodori, solo per l’intervento di Avs, che oggi appare come l’ala sinistra della coalizione, sempre più ai margini del campo largo, per restare alla metafora calcistica.
Tutti elementi che se messi in fila, insieme alla differenza di vedute e di sensibilità su alcune rilevanti questioni esistenti tra Pd, Avs e M5S, fanno comprendere come la partita a doppio binario di Pietro Tidei possa essere tutt’altro che il sogno impossibile di un politico sul viale del tramonto.
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