CIVITAVECCHIA – «Il nostro paese ha bisogno di arrivare ad un’indipendenza energetica. Dobbiamo fare presto». La sollecitazione arriva da Cna e Legacoop, che come gli altri attori del territorio, hanno lavorato in queste settimane per arrivare alla definizione del documento unico presentato al Governo nei giorni scorsi sul tema del phase out dal carbone, che dovrebbe avvenire entro la fine del 2025. «Il mandato al sindaco era pieno, salvo lasciare le porte aperte a nuove proposte capaci di garantire una crescita del territorio, evitando in ogni caso di pensare ad un passato ormai non più percorribile – hanno spiegato i presidente Alessio Gismondi e Mauro Iengo – va ricordato che la massima espressione della città, il consiglio comunale, si è già espressa nel 2021 sulla necessità di andare incontro ad uno sviluppo ispirato alla transizione energetica. La situazione internazionale ci conferma giorno dopo giorno la necessità di abbandonare i combustibili fossili per abbracciare le rinnovabili».

Riguardo il nostro territorio, Cna e Legacoop ricordano che c’è un progetto di off-shore eolico in attesa di autorizzazione presentato da importanti imprese nazionali e internazionali. «Questa è la strada da percorrere velocemente, semplificando e accelerando le procedure, come è stato sottolineato durante l’incontro – hanno aggiunto – è per ora l’unico progetto che abbia la dignità e la dimensione per sostituire l’impegno di produzione elettrica assicurato per decenni da Enel e assicurare adeguati livelli occupazionali. La limitazione al solo posizionamento delle pale sarebbe ovviamente un errore. L’obiettivo deve essere quello più volte richiesto: la realizzazione a Civitavecchia di un Hub per questo tipo di tecnologia».

E si guarda anche oltre. La richiesta fatta alla sottosegretaria del MIMIT On. Bergamotto, infatti, «è quella di dotare il nostro territorio, che da oltre 70 anni contribuisce alla produzione di energia, di quelle misure necessarie per abbracciare un futuro che vada in questa direzione – hanno aggiunto - evitando di fare l’errore di considerare la realizzazione dell’impianto troppo lontana. C’è bisogno di un grande lavoro per poter preparare il territorio nella realizzazione di questa opportunità, un lavoro da iniziare quanto prima. Un rapido inizio dell’attività dei cantieri sarebbe un opportunità per le imprese e per gli 800 lavoratori che rischiano da qui al prossimo futuro di trovarsi senza occupazione. Riguardo la ZLS (Zona Logistica Semplificata) – hanno concluso Gismondi e Iengo - abbiamo apprezzato le ampie rassicurazioni dalla vicepresidente della Regione Lazio On. Angelilli di celerità nelle procedure di riconoscimento».