CIVITAVECCHIA – Un primo passo avanti, ma non ancora la svolta attesa. È questo l’esito dell’incontro che si è svolto oggi, 17 dicembre, a Roma, alla presenza del vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli, dei rappresentanti dell’amministrazione comunale, delle organizzazioni sindacali e della Minosse, convocato per affrontare il nodo occupazionale legato alla centrale di Torrevaldaliga Nord.

Dal tavolo è arrivato il rinnovo del contratto ponte per sei mesi, con la possibilità di un’ulteriore opzione per altri sei, condizione indispensabile per consentire all’azienda di attivare la cassa integrazione e la solidarietà e garantire continuità occupazionale ai lavoratori. Un risultato definito da Minosse come necessario, ma non risolutivo.

«Il contratto ponte – ha spiegato il presidente Maurizio Iacomelli – riguarda esclusivamente attività di manutenzione e salvaguardia delle macchine, non più le operation. Tuttavia ci permette di andare avanti come azienda e di attivare gli strumenti di sostegno al reddito». Una boccata d’ossigeno, dunque, in una fase in cui «gli stipendi sono ridotti al minimo», e che non può rappresentare una soluzione strutturale. «Non possiamo vivere con l’idea che ogni sei mesi si debba rimettere mano alla questione – ha aggiunto – attendiamo proposte concrete e definitive».

Al centro del confronto anche il tema del futuro dell’impianto di Tvn, la cui chiusura del ciclo a carbone resta fissata al 31 dicembre. Amministrazione comunale e sindacati hanno chiesto chiarimenti sul decreto governativo più volte annunciato e mai arrivato, che dovrebbe sbloccare lo stallo e delineare una prospettiva per il sito e per il territorio. Ad oggi, il nodo principale resta quello delle risorse economiche: manca ancora una copertura finanziaria certa da parte del Governo, elemento indispensabile per definire il destino della centrale e, di riflesso, delle aziende dell’indotto.

«La politica deve assumersi fino in fondo la propria responsabilità», è il messaggio emerso con forza dal tavolo, che ha ribadito come la transizione energetica non possa tradursi in una perdita secca di posti di lavoro senza alternative credibili. Proprio per questo, tutte le parti hanno chiesto che il confronto resti aperto, affinché al contratto ponte possano seguire decisioni chiare e tempi certi. «Siamo moderatamente soddisfatti – ha concluso Iacomelli – ma ora servono passi concreti. Questo rinnovo ci consente di reggere nell’immediato, non di guardare al futuro».