Una stagione a sperare e poi è bastato pochissimo per vedere gettati a mare tutti i propositi per la promozione in serie D. Il Civitavecchia giocherà in Eccellenza anche il prossimo anno, mancando, ormai dal 2012, la massima categoria dilettantistica. A dire il vero, c’è ancora la possibile appendice del caso Giordani, con gli organi federali che, incredibilmente, non si sono ancora pronunciati e bisogna ricordare che il prossimo 28 maggio devono partire i playoff nazionali. Ma a questo punto una domanda sorge spontanea. Tra Civitavecchia ed Anzio ci sono sei punti di distacco in classifica. Basterà l’eventuale penalizzazione nei confronti dei neroniani a permettere il superamento in classifica del gruppo di Paolo Caputo?

Non è affatto scontato, ci vorrebbe un provvedimento davvero corposo per l’undici di Mario Guida. I punti devono essere almeno sette, perché a parità di punteggio passerà l’Anzio per la regola degli scontri diretti. E ricordiamo che la Boreale è già irraggiungibile per il Civitavecchia, per cui il primo posto è già volato via anche in caso di ribaltoni dei tribunali, in un fine stagione che non si spera ricalchi quello che sta avvenendo in serie C.

Ma il Civitavecchia ha mancato il suo obiettivo stagionale, chiaramente annunciato dai vertici societari in estate. Qualche errore è stato sicuramente fatto, questo lo sanno anche nelle stanze del Vittorio Tamagnini. Innanzitutto la scelta di inserire in panchina un tecnico come Alessio Bifini. È stato preso chiaramente un rischio. L’allenatore grossetano voleva dare un impulso nuovo al calcio laziale, proponendo qualcosa di diverso. I primi risultati positivi avevano fatto ben sperare, ma nonostante il primo posto in classifica buona parte della piazza storceva la bocca per le mancanze che aveva il gruppo, soprattutto nel reparto difensivo, che ha concesso troppi gol, soprattutto in casa. Ed alla fine, purtroppo, i detrattori di Bifini hanno avuto ragione e la società è stata praticamente obbligata ad esonerarlo dopo il doppio ko con W3 Maccarese e Cerveteri, con la sfida del Galli decisamente la peggior parentesi stagionale dei nerazzurri, sconfitti praticamente da una squadra che fino a due mesi prima riempiva quasi interamente la distinta del Borgo San Martino settimo in classifica in Promozione.

E in panchina è arrivato mister Paolo Caputo. Usato sicuro, allenatore che conosce anche il numero dei fili d’erba del Tamagnini. Dei miglioramenti ci sono stati e sono stati tangibili fin dai primi momenti, ma le sconfitte con Nettuno e Favl Cimini incidono anche nel percorso di Caputo, che si è ritrovato a dover collaudare una squadra non sua, modellandola come meglio poteva alla sua proposta di calcio. Ciò che ci è parso, e non è assolutamente un’accusa, ma comprovata dalle scelte tecniche, è che i giocatori arrivati nel mercato di dicembre, non siano stati quelli ideali per migliorare il roster. Lo dicono i dati: a Pucino sono stati sempre preferiti Paolo Cerroni, Serpieri e Fatarella, la mediana ha visto la continua presenza di Hrustic e Proietti, con Fatati chiamato in causa prevalentemente per degli spezzoni. Più fortuna ha avuto Ferrari, che si è alternato con Luciani, fin quando proprio Ferrari è stato lontano dai campi per l’infortunio, sorte avversa che ha avuto per qualche settimana anche lo stesso Pucino.

Su una cosa il Civitavecchia può assolutamente recriminare: l’uscita dai giochi di Luigi Ruggiero, che ha limitato le scelte nel reparto d’attacco e non permesso ai nerazzurri di sfruttare la fantasia e il saper giocare fuori dagli schemi del proprio capitano. Nettuno e Favl Cimini: due partite in cui un colpo d’impatto di Ruggiero poteva, forse, far modificare l’assetto della gara. Su una cosa, però, non possiamo giustificare il rendimento negativo del Civitavecchia. Troppi punti persi contro squadre non d’alto rango. Abbiamo già detto del Cerveteri, che, se dovesse salvarsi, lo farà anche grazie ai sei punti d’oro ottenuti contro il Civitavecchia. E poi i pareggi sui campi di Indomita e Ladispoli, con i rossoblu che hanno tolto quattro punti ai nerazzurri.

Senza dimenticare i successi faticosi e risicati con Fiano Romano e Falaschelavinio. Tutto questo in un girone dove c’è stato molto equilibrio, senza una battistrada di grande spessore. La vincitrice del campionato non toccherà neanche i 70 punti in classifica per festeggiare. Ora tutti gli occhi si posano su quanto potrebbe accadere fuori dal campo. Ci sarà un cambio alla guida della società. Entreranno nuovi soci? Nelle scorse settimane si era parlato dell’arrivo nel club dell’imprenditore Piero Camilli. Sarà lui la new entry? Oppure si virerà in altre direzioni, magari romane? In città le voci, fondate o meno che siano, non si sono mai fermate e sono andate avanti anche mentre il club era concentrato solo sul campo. Ma adesso ciò che accadrà fuori dal rettangolo verde prenderà sempre più importanza.

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