I riflettori si accendono sullo Stadio del Nuoto di Civitavecchia. Stavolta, però, non si parla dei problemi economici legati alla gestione dell’impianto, tantomeno della prima squadra della Nc impegnata nel campionato di Serie A2 maschile di pallanuoto; a catalizzare l’attenzione sulla struttura comunale gestita dalla Nc sono gli spazi acqua. Nei giorni scorsi, infatti, il Nucleo Sommozzatori di Santa Marinella ha lamentato un comportamento poco coerente e rispettoso da parte dei gestori dell’impianto intitolato a Marco Galli. La questione è abbastanza semplice: ad ottobre scorso l’associazione santamarinellese chiese in via informale, così come avveniva ormai da qualche anno per qualsiasi sua attività, la disponibilità di spazi acqua alla Nc per poter svolgere per il secondo anno consecutivo un corso di protezione civile rivolto agli alunni di una scuola superiore civitavecchiese. La società del presidente Urbani, attraverso una sua dirigente, aveva dato come di consueto la disponibilità e per tale ragione il Nucleo Sommozzatori aveva avviato tutte le pratiche con i ragazzi della scuola. A febbraio le prime avvisaglie di un dietro front della Nc e quindi l’idea del direttivo del Nucleo di formalizzare la domanda il giorno 7 marzo. Dopo sei giorni la risposta della società di Civitavecchia, la quale negava gli spazi acqua ai richiedenti. Nel frattempo c’è stato anche l’intervento del delegato allo Sport del Comunale di Civitavecchia Matteo Iacomelli, il quale si è messo a disposizione per risolvere la questione: “Sia noi come Comune che la Nc siamo stati e siamo tutt’ora favorevoli alle attività proposte dal Nucleo, ma stavo cercando di mediare con la FIN, in quanto c’è il rischio che proprio la Federazione possa togliere la licenza di Scuola di Nuoto Federale alla società se all’interno dell’impianto natatorio gestito si facciano corsi non riconosciuti direttamente dalla FIN. Per tale ragione ho chiesto al Nucleo di formalizzare una richiesta scritta in modo che io possa parlarne con i vertici della Federazione e trovare una soluzione”.

Se da una parte, però, è encomiabile l’impegno di Iacomelli, dall’altra il direttivo del Nucleo Sommozzatori ha le sue buone ragioni per essere deluso: “Ormai è tardi per trovare una soluzione, visto che i ragazzi non potevano certo aspettare i nostri comodi abbiamo dovuto virare su un piano B, ossia fare i corsi a mare. Apprezziamo lo sforzo del delegato allo Sport, ma non capiamo come lo scorso anno sia stato possibile fare il corso all’interno dello Stadio del Nuoto e quest’anno invece no, non capiamo inoltre perché la Nc prima ci abbia dato la sua disponibilità e poi abbia fatto marcia indietro, lasciandoci “in mezzo al mare”, prima non lo sapevano che serviva il benestare della FIN? In conclusione non ci risulta che per fare un corso di protezione civile sia necessario un permesso speciale, ma se anche così fosse potevano dircelo prima, senza creare disagio alla nostra associazione e a tutti i ragazzi civitavecchiesi, quarantadue per la precisione, interessati a questa attività”.

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