MATTEO CECCACCI



Sicuramente qualcuno già lo sapeva. Per chi segue costantemente l’attività nerazzurra non è certo stata una novità scoprire che il nuovo “Civitavecchia Calcio 1920” non è nato da una fusione ma da un semplice cambio di denominazione. La certezza di questo c’è stata quindici giorni fa, quando giovedì 12 settembre la Lega Nazionale Dilettanti ha pubblicato sulla propria piattaforma il comunicato numero 57 per rendere noti tutti i movimenti sviluppati nel periodo antecedente ai campionati di Eccellenza e Promozione, iniziati domenica 8 settembre.

Cambi di denominazione sociale, cambi di sede sociale, cambi denominazione e sede sociale, fusioni e scissioni. Queste le diciture riportate sull’indice del comunicato. Molti cittadini, per la maggior parte appassionati di sport, dopo aver letto la notizia, o meglio, dopo aver notato che il nome delle vecchie squadre Civitavecchia 1920 e Compagnia Portuale Cv2005 non si trovavano nella tabella numero 4 - quella delle fusioni - ma in quella dei cambi di denominazione sociale - la numero 1 - cosa avranno pensato?

Oggi, avendo l’ufficialità con l’annuncio della Fedarazione è più che giusto fare chiarezza, spiegando una volta per tutte, con l’ausilio della regola numero 17 del Noif (Norme Organizzative Interne della Figc), praticamente la bibbia per chi vive di calcio, la procedura che hanno attuato le due società civitavecchiesi per far nascere la nuova realtà.

Ma come si è arrivati a lunedì 3 giugno, giorno in cui le due società si sono sposate? C’è stato soltanto un semplice passaggio, come detto il cambio di denominazione sociale. Cosa è successo? Il Civitavecchia 1920 del general manager Ivano Iacomelli è diventato Team Civitavecchia Calcio, un semplice nuovo nome, non una nuova matricola. Poi vedremo il perché.

La Compagnia Portuale Cv2005 del presidente Patrizio Presutti, invece, è diventata Civitavecchia Calcio 1920. Fin qui tutto nella norma. Ma entrano in gioco tutti i dettagli (due in particolare) della regola 17 del Noif che precisa “nel momento in cui si cambia la denominazione ci deve essere un appellativo del tutto nuovo, che non deve essere presente nei report della Federazione”. Cioè, La Cpc non poteva chiamarsi Civitavecchia 1920 - nome già esistente - ma doveva aggiungere una semplice desinenza, ovvero Calcio, come poi ha fatto. Mossa quest’ultima del tutto regolare.

Secondo dettaglio: il nuovo nome Team Civitavecchia Calcio non è morto e probabilmente non scomparirà, almeno per ora. Il Noif infatti prevede che la nuova denominazione deve continuare ad avere tutte quelle cose che aveva la vecchia matricola (Civitavecchia 1920) dal codice fiscale alla partita iva e in questo caso anche tutti i debiti. Potrà stare dormiente? No. Il Team Civitavecchia Calcio per poter restare attivo nel corso degli anni deve avere alcune squadre iscritte che svolgono regolarmente attività sportiva. Per esempio basterebbe iscrivere vari gruppi della Scuola Calcio. D’altronde sarebbe una mossa che in Largo Martiri di via Fani conoscono molto bene, visto che fino alla scorso anno Scuola Calcio e Pulcini sono sempre stati iscritti alla Federazione sotto il nome della società Pro Campo dell’Oro (gestore dell’impianto Vittorio Tamagnini) per il semplice vincolo che prevede sempre la direttiva 17 del Noif. Ovvero: quando si effettua un cambio di denominazione, il nuovo nome deve essere iscritto e affiliato alla Federazione e deve fare un minimo di attività obbligatoria durante l’anno. Se questo non verrà fatto entro fine mese sarà un pericolo, perché dopo un anno il Team Civitavecchia Calcio potrebbe sparire. Sia chiaro, può darsi che la società vuole seguire questa direzione.

Comunque sia ad oggi su questo non ci sono state informazioni. Questo discorso ovviamente vale anche per la vecchia Compagnia Portuale Cv2005. Per capirci, se un giorno saltano tutti i piani, Vecchia e Cpc potranno tornare due società divise come lo scorso anno? Assolutamte sì. Tornerebbero alla normalità con i nerazzurri in una situazione di piena crisi economica finanziaria e i rossi nella maggiore tranquillità. Ma questo è meglio non immaginarlo. È tanto bello il presente, che tra l’altro merita anche di essere vissuto, viste le due vittorie di fila tra campionato e Coppa Italia. Ma era più che giusto informare i tanti giovani e i più grandi sulla realtà dei fatti. Ma forse non era il caso che le delucidazioni l’avrebbe dovute dare la nuova dirigenza rossonerazzurra?

Il vecchio saggio diceva “Mai permettere alla verità di rovinare una bella storia”.