[caption id="attachment_409350" align="alignleft" width="240"] Damiano Lestingi[/caption]

Era il 4 maggio 1949. Un Fiat G.212 della compagnia aerea ALI si schianta contro il muraglione della basilica di Superga, vicino Torino. Su quel velivolo viaggiava un club calcistico: il Grande Torino. Il nome preciso era “Associazione Calcio Torino”.Vincitore di 5 scudetti consecutivi, dalla stagione 1942-1943 a quella del 1948-1949, e di una Coppa Italia, si era imbarcato con destinazione Lisbona per un’amichevole contro il Benfica, organizzata come raccolta fondi per un calciatore della squadra portoghese. All’epoca il commissario tecnico della Nazionale Vittorio Pozzo, non imbarcato sul volo, trapiantò quasi tutti i giocatori nella Nazionale. Erano anni difficili, la seconda grande guerra era appena finita. Le città erano alle prese con le macerie dei bombardamenti alleati e con le conseguenze delle battaglie tra partigiani, nazisti e repubblichini di Salò. Lo sport veniva messo in secondo piano. Ma allo stesso tempo fungeva da valvola di sfogo per un’Italia che si apprestava a rinascere, con l’Assemblea costituente del 1946 e l’emanazione della Costituzione del 1948. Il calcio non conosceva le “big three” (Juventus, Milan, Inter) di oggi, o comunque non erano squadre in grado di stare al passo col Torino il quale contava, in media, circa il 90% dei giocatori in maglia azzurra. In poche parole, il Torino era la Nazionale. Era imbattuto da circa otto anni. Atterrati in terra straniera nella mattina del 4 maggio, giocarono nel primo pomeriggio e ripartirono subito dopo verso l’antica capitale d’Italia. In prossimità dell’arrivo, le condizioni meteo erano pessime, con circa 40 metri di visibilità. Forti raffiche di vento destabilizzavano il velivolo e il tenente colonnello alla guida faceva fatica a mantenerlo stabile. A bordo c’erano 27 giocatori, tre dirigenti, tre allenatori e tre giornalisti che accompagnavano il club, più quattro membri dell’equipaggio. Il volo si schiantò alle 17.05. Nessun superstite tra i passeggeri. In Italia venne dichiarato il lutto nazionale. La Figc si trovò nella triste situazione di dover fare il punto per il campionato di calcio, visto che il Torino era nettamente in vantaggio nella classifica ma mancavano ancora quattro giornate alla fine del torneo.Su delibera federale, votata all’unanimità, si decise di consegnare, postumo, la vittoria del campionato al Torino. Tutti i club schierarono nelle restanti partite le formazioni primavera per onorarne la memoria e non creare possibili proteste. L’Associazione Calcio Torino, da quel maledetto 4 maggio 1949, diventerà per l’eternità “il Grande Torino”.
A cura di Damiano Lestingi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA