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È morto poco fa Giacomo “Giacomino” Losi, storico capitano della Roma, all’età di 88 anni. Militante nella Roma per quasi tutta la sua carriera professionistica (quindici stagioni), è il giocatore con più presenze nel club dopo Francesco Totti e Daniele De Rossi. Per la sua lunga militanza e la generosità in campo è stato soprannominato “Core de Roma”.
LOSI E LA ROMA. Dopo gli esordi nella dilettantesca Virtus e i primi passi nella Soncinese (con cui conquista il passaggio in Promozione), si trasferisce per 500.000 lire alla Cremonese. Con lui la squadra sfiora la promozione in serie C e diverse società si accorgono del suo talento. L’Inter lo chiede in prestito per fargli disputare in maglia nerazzurra due tornei giovanili (a Sanremo e Parma), il Bologna avvia delle trattative per rilevarne il cartellino, ma alla fine a spuntarla (per sette milioni al Club, un ingaggio di 800.000 lire e uno stipendio mensile di 80.000) è la Roma, che invia Giorgio Carpi a concludere la trattativa. Per comprendere cosa rappresenterà per i compagni di squadra può essere utile ricordare un episodio legato alla semifinale di Coppa delle Fiere contro l’Hibernian. Il 25 aprile 1961 Losi era a Bologna per disputare con la Nazionale il match contro l’Irlanda del Nord. Giacomo marcò McPharland contribuendo alla vittoria azzurra per 3-2. Il giorno seguente i giallorossi affrontavano l’Hibernian nella gara di ritorno della semifinale di Coppa delle Fiere. Losi appena rientrato nella capitale si reca nell’albergo dell’Eur dove la squadra è in ritiro per salutare la squadra. Il tecnico Foni gli chiede a sorpresa di scendere in campo. Giocherà, salvando sulla linea la rete che avrebbe consegnato all’Hibernian l’accesso alla finale. Al di là del valore tecnico, quello che renderà per sempre Giacomo Losi “Er core de Roma” è la sua fedeltà al Club. Nella primavera del 1962 nel ritiro azzurro di San Pellegrino, Allodi gli disse: “Non voglio neanche sapere quanto prendi oggi, noi dell’Inter ti diamo tre volte tanto, la cifra dilla tu”. Losi decise di rimanere a Roma legando il suo nome ai colori giallorossi e consacrandosi come leggenda eterna di questa Società.
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