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©MAURO TARZARIOL / LAPRESSE 30-06-2003 TORINO VARIE CENTRALE ELETTRICA NELLA FOTO UN TRALICCIO DELL'ALTA TENSIONE
CIVITAVECCHIA – Le interruzioni di corrente che da giorni mettono in ginocchio interi quartieri non sono un effetto imprevedibile del caldo torrido: per i sindacati regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, si tratta del sintomo di una crisi ben più profonda. In una doppia denuncia inviata ai Prefetti del Lazio e ad altri uffici territoriali, le sigle puntano il dito contro Enel e-distribuzione, accusata di una gestione fallimentare della rete e di aver "stravolto unilateralmente l’organizzazione del lavoro", senza rafforzare le squadre operative con nuove assunzioni.
I blackout registrati anche a Civitavecchia sarebbero il frutto di una rete elettrica fragile, non manutenuta in modo adeguato, e sempre meno in grado di reggere l’impatto dei picchi di consumo legati al caldo, all’elettrificazione dei consumi domestici e industriali, e all’avanzata delle tecnologie energivore come l’intelligenza artificiale.
«Dal 2020 – spiegano le organizzazioni sindacali – siamo in costante tensione con Enel per denunciare un modello organizzativo insufficiente. Oggi siamo al punto di non ritorno». Tre scioperi proclamati nel giro di pochi mesi, una mobilitazione sindacale senza precedenti nel settore elettrico, e lettere ufficiali inviate alle Prefetture, che però – denunciano – sono state prima accolte, poi misteriosamente annullate, senza spiegazioni.
Secondo i sindacati, Enel avrebbe approfittato delle limitazioni agli scioperi nel settore elettrico (imposti per legge a tutela dell’utenza) per chiedere turni straordinari forzati, ben oltre i limiti contrattuali e di legge, mettendo così "a rischio l’incolumità dei lavoratori" e logorando il clima aziendale. L’effetto? Una rete al collasso, presidi territoriali svuotati, ritardi negli interventi e intere zone che restano al buio per ore.
«La stampa nazionale tace – attaccano – ma ciò che sta accadendo in Enel è estremamente grave. I blackout non sono solo un disagio temporaneo per i cittadini: sono il campanello d’allarme di un sistema che non regge più, e che rischia di compromettere la sicurezza stessa del Paese».
Oltre alle richieste di assunzioni e di un piano straordinario di manutenzione, i sindacati chiedono un intervento del Ministero dell’Interno, per fare chiarezza sull’atteggiamento di alcune Prefetture, e soprattutto per rimettere al centro del dibattito pubblico la tenuta del servizio elettrico, in un momento storico in cui l’Italia punta a una transizione energetica che non può poggiare su infrastrutture logore e personale allo stremo.
La città di Civitavecchia, dove già si fanno sentire gli effetti di un sistema in crisi, diventa così emblema di un problema nazionale: se non si interviene subito – avvertono i sindacati – i blackout di questi giorni potrebbero essere solo un assaggio di ciò che ci aspetta.