TARQUINIA - «Un'osservazione ai consiglieri di minoranza dell'Università Agraria». La rivolge Laura Liguori tirata in ballo dall’opposizione dopo alcuni inteventi da lei pubblicati sui social e dopo un incarico dalla stessa assunto e poi interrotto nel giro di un mese. «Dove finiscono i diritti di un cittadino ad esprimere il proprio pensiero? - domanda la Liguori - Premesso che l'unico commento che ho fatto sotto la pagina facebook dell'Università Agraria è un complimento ad un consigliere, e che gli altri commenti inseriti nelle ultime settimane sono a condivisioni effettuate sui propri profili privati da alcuni membri dell'Università Agraria, non vedo assolutamente come possa essere oggetto di clamore mediatico esprimere il mio pensiero sui social come qualunque altro cittadino». «Ho detto che secondo me il presidente aveva ripreso la strada giusta - sottolinea la Liguori - ho detto che secondo me andavano messi più in luce alcuni consiglieri, ho chiesto al vicepresidente lumi su alcuni temi espressi a mezzo social da un ex amministratore, ho fatto battute ironiche che riguardavano attività note e pubbliche, come l'utilizzo di un profilo facebook privato da parte di una carica istituzionale. Credo che chiunque sia legittimato a dire cose simili, incarichi o non incarichi. Come a mettere commenti ad articoli di giornale. E mi chiedo come mai in passato un simile clamore non sia stato dato a commenti fatti da dipendenti sotto alle pagine giornalistiche, o alle interviste fatte da dipendenti. Da cittadina, ormai neanche più titolare di incarichi a titolo gratuito, chiedo se, con tutti i problemi che ha l'Università Agraria, si possa pensare ai miei commenti sui social piuttosto che alle cose serie. Non essendo un politico, sono a disposizione privatamente dei consiglieri di minoranza, che si sentono feriti dai miei commenti sui profili social privati di altre persone, per spiegargli il mio punto di vista: magari ne potranno trarre spunto per fare un'opposizione diversa. Per tutto il resto, li prego di fare politica nelle dovute sedi». ©RIPRODUZIONE RISERVATA