TARQUINIA - «Riglietti come Salomone affetta l’ente in mille deleghe, caos e poche competenze. Più che un’amministrazione, la sagra delle deleghe». Ci va giù pesante Roberto Fanucci all’indomani della ufficializzazione delle deleghe da parte del presidente dell’Università Agraria di Tarquinia Alberto Riglietti. «Altro che governo tecnico dell’ente - attacca Fanucci - chi prende più voti entra in giunta e una delega non si nega a nessuno, come vuole il manuale della politica, e dire che ci hanno messo un mese a trovare la ricetta giusta per questo indigesto spezzatino. La priorità sventolata in campagna elettorale era il risanamento dell’ente, e la situazione debitoria, ma è evidente che qualcosa è cambiato visto e considerato che ci sono assessori a tutto, meno che quello al Bilancio, delega assegnata ad un semplice consigliere indicato per ultimo.

Non c’è traccia di tecnici veri, competenti, e dire che Fratelli d’Italia era tra i fautori del grande inciucio, da cui doveva scaturire la giunta tecnica con la missione di salvare l’ente, alla fine è solo politica. Assume deleghe anche il presidente del consiglio, Silvano Olmi, dimostrandosi organico alla maggioranza, e nella totale impossibilità di svolgere il suo ruolo super partes e questo lo avevamo già denunciato al momento della sua elezione.

L’amministrazione meno votata della storia dell’ente si dimostra la più arrogante di sempre, incapace di cambiare e comportandosi esattamente come il sistema che tanto hanno criticato ovvero varando il Comune bis». «Ora li aspettiamo sul tavolo delle riforme, cominciando dallo Statuto - conclude Fanucci - il gruppo Tarquinia Terra Nostra è pronto al confronto. Speriamo che la maggioranza dovendosi occupare di una trentina di deleghe, trovi il tempo di occuparsi di ciò che conta davvero, iniziando dal bilancio».

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