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TARQUINIA - «Sono passati circa 20 giorni dall’ultimo consiglio comunale e al di là della posizione del sindaco e dell’assessore Cerasa sullo sfratto che l’amministrazione ha comunicato ad agosto al Consorzio di bonifica dall’ex centro sperimentale idroponico, che hanno chiaramente espresso nella seduta del consiglio stesso, vorremmo invece conoscere cosa ne pensano l’assessore all’Agricoltura Luigi Serafini e la presidente della commissione Agricoltura della Regione Lazio, nonché consigliere di maggioranza, Valentina Paterna che erano assenti e non hanno ancora sentito l’esigenza di esprimersi, mentre invece tanti agricoltori vorrebbero conoscere la loro posizione in merito». «Come vorrebbero conoscere la posizione anche degli altri consiglieri che in quel settore ci vivono e ci lavorano i quali, durante il consiglio, nel totale imbarazzo, non hanno proferito parola pur conoscendo, loro per primi, le ricadute che una scelta del genere possa comportare per il settore dell’agricoltura locale». «E’ veramente imbarazzante infatti, che anche di fronte ad una decisione così impattante sul mondo agricolo, e non solo, siano riusciti a rimanere rigorosamente muti, coperti ed allineati all’uomo solo al comando, la cui gestione non prevede confronti neanche con la sua maggioranza. Non si è mai visto un atteggiamento del genere che oltre ad avvilire l’impegno politico, tradisce il fondamentale vincolo di rappresentanza che gli elettori delegano a chi concedono la loro fiducia con il proprio voto. Ma a quanto sembra tutto ciò per i nostri consiglieri di maggioranza non ha alcuna importanza ed evidentemente non sentono la necessità e il dovere di dire basta neanche di fronte a scelte incomprensibili e personali del sindaco che potrebbero mettere in grave difficoltà un settore come quello dell’agricoltura». «Un settore dove però alcuni di loro si sono rivolti per chiedere di essere votati, promettendo di difenderlo ed incentivarlo. Ormai è cosa nota che il sindaco sta rompendo tutti i ponti con la città ed i propri concittadini, vessandoli continuamente in ogni modo, ma ciò che lo rende ancora più grave è che possa farlo decidendo ogni singolo provvedimento in totale libertà ed in modo totalmente autarchico, infischiandosene di tutto e di tutti, compresa la sua stessa maggioranza che resta sempre e comunque in assoluto connivente silenzio, incapace di reagire o di contrastare il volere dell’uomo sempre più solo al comando».
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