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«Alla fine l’assemblea dei sindaci dell’Ato Nord ha votato per cedere il 40% delle quote di Talete a privati per la gestione dell’acqua pubblica, un bene necessario per la vita. Nonostante un referendum nel 2011, i ripetuti interventi a livello locale con manifestazioni, presidi di molti cittadini con associazioni diverse abbiano mostrato la loro contrarietà, non sono stati ascoltati dalla maggioranza dei loro sindaci, sono andati avanti per decidere quello che da tempo avevano già deciso». Lo dice Miranda Perinelli, segretaria generale Spi-Cgil Civitavecchia -Roma Nord-Viterbo.
«La nostra contrarietà come più volte manifestata, come Spi-Cgil (sindacato pensionati della Cgil) non è un fatto ideologico, come più volte siamo stati accusati, ma è una inevitabile conseguenza che questo 40% di quote ai privati peserà nelle tasche dei pensionati, già abbondantemente vessati da una tassazione nazionale, regionale, e costi per mancati servizi della sanità pubblica. Adesso per avere l’acqua in casa si aggiungerà un ulteriore costo per il profitto del privato che per alcuni pensionati al minimo e non solo pensionati, è ingiusto e in molti casi insopportabile». «Auspichiamo - conclude Perinelli - che i sindaci prendano atto che stiamo in un periodo dove il potere d’acquisto delle pensioni è sceso a causa dell’inflazione calcolata al 15% e che ha ulteriormente impoverito molti pensionati, preveda interventi economici per le fasce di reddito più basse».
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