Ciao ciao Aprile. Ultimi bagliori di un mese poco noioso e che, evviva !, ha reso ripetutamente frizzante la quotidianità. Soprattutto in quest’ultima settimana è successo di tutto di più. Ghiotte notizie ? Certo, non tutte strappasorrisi epperò ricche di interesse.

A cominciare da quella della massima assise cittadina che ha approvato all’unanimità il nuovo piano per il Tpi (Trasporto pubblico locale). Atto importantissimo che avrà la forza di incidere soprattutto sulla qualità della vita, che dipende pure (e non poco) dalla migliore facilità di spostarsi da un capo all’altro della città col risultato di decongestionare il traffico cittadino e di ridurre l’inquinamento atmosferico. Ebbene sì, la sana rivoluzione che ne conseguirà si deve all’impegno e alla determinazione della presidente della commissione Roberta Morbidelli cui va dato il merito di avere portato a termine un’operazione straordinariamente positiva e nel contempo incisiva.

Tra gli accadimenti che più hanno colpito va poi annoverato senza ombra di dubbio quello della fuoriuscita di una evidente, minacciosa e altissima colonna di fumo nero apparsa improvvisamente (e maggiormente evidente in una splendida giornata limpida e luminosa) nel blu del cielo sopra il porto. La particolarità dell’evento (non straordinario perché sarà la millesima volta che accade e comunque poco rassicurante), come riportato da La Provincia (25 aprile), consiste tuttavia nel fatto che, se non fosse stato per la segnalazione di un cittadino, all’interno dello scalo marittimo nessuno aveva notato un fenomeno pur così evidente ad occhio nudissimo. Solo dopo la quanto mai opportuna telefonata, raccolta dalla sala operativa della Capitaneria a sua volta immediatamente intervenuta, è tornato il… sereno. E specificatamente centrato (complimenti vivissimi all’autore) è apparso il titolo confezionato dal quotidiano: “La nave da guerra che dichiara guerra all’ambiente civitavecchiese”. E di zone particolarmente colpite dal degrado se ne è parlato ? Sicuro e come sempre più di sempre i media non hanno potuto fare a meno di mettere il dito nella piaga di contesti fortemente deplorevoli. E Il Messaggero ha dedicato un dettagliato servizio di Antonio Bandinu sulle vergognose condizioni in cui versa la zona (peraltro molto frequentata e lo sarà maggiormente d’ora in avanti con l’arrivo della stagione calda) della Ficoncella , che continua ad essere un inguardabile ricettacolo di ogni tipo di rifiuti a conferma della totale mancanza di senso civico degli inguaribili e deprecabili guastatori dell’ambiente.

Ma a polarizzare l’attenzione generale è risultata la giornata di lunedì scorso, 24 aprile, sviluppatasi nel tempio della massima assise cittadina, l’Aula Pucci, attraverso le fasi salienti per l’assegnazione dell’ambitissimo scranno di Presidente del Consiglio liberatosi dopo le dimissioni della neo consigliera regionale Emanuela Mari. Attesissimo l’esito della votazione (segreta), non foss’altro perché era stata preceduta da una martellante campagna di stampa che non aveva mai nascosto quanto fosse ritenuta importante dall’ex titolare della carica, impegnata in maniera manifesta ed indefessa ad indicare nell’altro “meloniano” dell’ultima ora, Raffaele Cacciapuoti, il suo legittimo successore. E proprio Cacciapuoti s’è presentato al giudizio dell’urna in veste di favoritissimo ma, ahilui e ahiMari, nella terza prova (decisiva la “semplice” maggioranza e) come spesso accade (ed era stato pure maliziosamente ricordato alla vigilia) “chi entra Papa esce cardinale”: ha difatti racimolato solo e soltanto la miseria di una preferenza.

Davvero una bastosta colossale o peggio ancora un flop che si ricorderà per un bel pezzo. E ad alzare le braccia in segno di giubilo, tra scene di sfrenato entusiasmo in particolare da parte di alcuni pezzi da novanta di FI e Lega letteralmente tarantolati, è stato Giancarlo Frascarelli che legittimamente siede oggi sulla pregiatissima poltrona dalla quale domina l’intera scena consiliare e che aggiunge un’altra perla alla lunga collana di successi ottenuti nella sua ancor giovane carriera politica.

Naturalmente a dare la spinta decisiva all’”italico fratellone” è toccato all’opposizione (eccezion fatta per Petrelli), che non ha avuto esitazione alcuna a propiziarne l’exploit. Insomma un clamoroso epilogo che ha colto di sorpresa anche alcuni media secondo i quali prima ancora del rappresentante di FdI s’è registrato il successo dell’opposizione. Questione di opinioni (legittime, ci mancherebbe) che, a prescindere dal coro unanime degli esponenti di Pd, M5S, La Svolta e Lista Tarantino (“Non abbiamo consentito che altre logiche paralizzassero l’istituzione perché non possiamo cedere all’arroganza e alla prevaricazione di chi vuole piegare il Consiglio Comunale ai suoi interessi di bottega”), non fotografano limpidamente la realtà attinente ai vari consiglieri della coalizione governativa.

Che inequivocabilmente ha incassato la sonora sconfitta per essersi lasciata (questo il punto) sopraffare dalla spaventosa fame di potere della Mari (e non bastasse a quanto pare travestitasi financo da Marchese del Grillo in gonnella) e di chi (Mecozzi ? Le gole profonde del Palazzo giurano che sia proprio lui) ha inteso calpestare l’accordo (solennemente sancito all’indomani del trionfo elettorale) in virtù del quale la Presidenza dovesse acquisirla il candidato più votato. Insomma: magari fosse stato rispettato pure “obtorto collo”quel patto, oggi non si parlerebbe della evidente frammentarietà esistente all’interno della squadra “tedeschista”.

Ed è quindi alquanto singolare tirare in ballo la minoranza, che con tempestività ha saputo profittare delle laceranti e profonde crepe di Perello e compagnia bella (vabbe’…).

Chi è causa del suo mal… Buon tutto a tutti.