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CIVITAVECCHIA – «Leggiamo con sorpresa, l’articolo di Fratelli d’Italia Civitavecchia che contesta la possibilità per un Sindaco di esprimersi pubblicamente a favore della partecipazione al voto per i referendum dell’8 e 9 giugno. Ci preme chiarire alcuni punti fondamentali». Lo affermano da Avs-Demos. «La nostra Costituzione – sottolineano – garantisce non solo il diritto, ma anche il dovere delle istituzioni democratiche di promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. I referendum sono tra gli strumenti più alti della democrazia diretta: un momento in cui la sovranità popolare si esprime in forma diretta, come previsto dall’articolo 1 della Costituzione. In questo contesto, invitare al voto non significa influenzare indebitamente l’elettorato, ma esortare alla partecipazione democratica. Il silenzio, semmai, sarebbe un’omissione. Per non parlare degli escamotage per non rendere validi i voti. Tanto più quando il tema in discussione tocca diritti fondamentali come il lavoro, la stabilità occupazionale, la sicurezza sul lavoro e la cittadinanza. Invitare a votare – peraltro senza esprimere una posizione personale o politica – rientra pienamente nelle prerogative di chi è stato eletto per rappresentare la propria comunità. In un tempo in cui l’astensionismo rischia di svuotare la sostanza stessa della democrazia, crediamo che ogni amministratore debba sentirsi non solo autorizzato, ma chiamato a dire: “Andate a votare, fate sentire la vostra voce.” AVS-Demos sostiene fortemente la campagna referendaria e invita tutti i cittadini e le cittadine ad esercitare il diritto di voto esprimendo 5 SI per difendere il lavoro e mettere fine alla precarietà, per proteggere la vita di chi lavora e tutelare gli stipendi e per riconoscere diritti e dignità a chi vive e cresce nel nostro Paese».
Anche il M5S dice di essere rimasto esterrefatto «di fronte all’attacco recentemente portato avanti dal partito di Giorgia Meloni della sezione di Civitavecchia nei confronti del sindaco Marco Piendibene, accusato ingiustamente di mancanza di imparzialità istituzionale per aver semplicemente invitato i cittadini a partecipare al voto referendario — senza mai esprimersi su come votare. Troviamo ancor più sconcertanti – sottolineano – queste critiche alla luce delle dichiarazioni pubbliche della stessa Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha invitato esplicitamente i cittadini a recarsi alle urne senza ritirare le schede, suggerendo così una strategia mirata a far fallire il raggiungimento del quorum e quindi a invalidare il referendum. Dichiarazioni analoghe sono giunte anche dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani e, ancor prima, dalla seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha apertamente annunciato una campagna referendaria fondata sull’astensionismo. Alla luce di ciò, invitiamo la sezione locale di Fratelli d’Italia ad un doveroso atto di onestà intellettuale: ritirare le accuse rivolte al sindaco Piendibene oppure, se questo risulta impossibile, dissociarsi apertamente dalle dichiarazioni dei propri vertici nazionali. Qualsiasi altra scelta rappresenterebbe una grave contraddizione e un danno al dibattito democratico. La democrazia si alimenta attraverso la partecipazione e il confronto aperto. Ogni invito al voto è un gesto di responsabilità civica, non un atto di parzialità. Screditare chi promuove la partecipazione significa, di fatto, indebolire i fondamenti della nostra Repubblica».
Per la Lista Civica Unione democratica «assumere la democrazia come criterio guida significa credere nei pilastri che la sorreggono e difenderli sempre. La democrazia – spiegano – si nutre di partecipazione e da ogni voto trae forza e vigore. Ricorrere alla decisione pubblica né è la forma più nobile. Invitare al voto è un dovere personale ed istituzionale, ce lo impone l'art. 48. Chiedere quindi al sindaco di ritirare l'invito al voto è un attacco alla vita partecipativa della comunità. Non possiamo che esprimere sconcerto. Invitare al voto non significa fare comunicazione politica come viene scritto nella nota. E' l'invito a non votare che rappresenta invece un vulnus. Votare è la massima espressione di libertà che una comunità si è conquistata con il sangue di chi ha combattuto per ottenerla. Tentare di mettere in sordina tale libertà, chiedendo di esercitarla a fasi alterne è un eco buio».