LADISPOLI - «È legittimo togliere l'unica area verde del quartiere?». Se lo domanda il segretario e consigliere comunale del Pd Crescenzo Paliotta. Ancora polemiche sulla decisione di Palazzo Falcone di trasformare i giardini di piazza Odescalchi in un parcheggio. Uno «sconvolgimento» che andrà a dotare la zona di «soli 15 posti auto in più» evidenzia l'ex sindaco ladispolano. Parcheggi che «già ora potrebbero essere recuperati» andando ad effettuare degli interventi di risistemazione dell'area: «Sono stati depositati dei contenitori per la raccolta di abiti usati che occupano 4 posti». Altri due invece potrebbero essere recuperati andando a rimuovere l'edicola ormai da tempo abbandonata. Per il consigliere dem è innecagabile la necessità di parcheggi. Esigenza che però va a risolvere una problematica tutta estiva. «Da settembre quelli sul lungomare Marco Polo sono quasi del tutto vuoti». Insomma, non ha senso privare il quartiere del suo unico piccolo polmone verde «solo per 10 posti auto».

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«Secondo me - ha incalzato ancora - dovrebbe essere probito per legge». Puntando poi lo sguardo alla viabilità cittadina, l'ex sindaco evidenzia come il piano traffico risale «al 2011 - 2012». «Non è stato più aggiornato». Non solo. Proprio quello risalente alla sua amministrazione «non è applicato». Se così fosse l'attenzione dell'attuale governo cittadino si sposterebbe al parcheggi dell'ex Provincia situato a ridosso della stazione ferroviaria (oggetto nei passati dell'"invasione" di clochard poi spostati al Boietto). «Potrebbe essere triplicato e in pochissimo tempo collegato perfettamente a viale Italia». Ma su quel versante tutto «è fermo». Altra parentesi poi la pista ciclabile la cui realizzazione ha complicato ancora di più la vita ai residenti a causa dell'eliminazione di centinaia di posti auto (non ultima via Venezia). Ebbene, il tracciato rosso «sarà nuovamente rotto. Sono già quattro volte che la ditta la fa (la ciclabile, ndr) e la sfascia». Sintomo di «confusione» e della non volontà «di confrontarsi con gli altri consiglieri». Il progetto, infatti, «non è mai passati in commissione Lavori pubblici, nè in consiglio», con una situazione complicata che rischia di diventare «sempre più difficile» a causa «delle decisioni che stanno prendendo».

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