CERVETERI - Davanti il disegno di uno stallo rosa. Dietro la scritta "C'è da spostare una maghina". Sono queste le magliette che martedì pomeriggio, davanti al Granarone, in attesa dell'inizio della seduta del consiglio comunale, il consigliere d'opposizione Luca Piergentili ha voluto consegnare ai rappresentanti della maggioranza. Chiamate in causa, in particolar modo, le donne della maggioranza, con il sindaco e il suo vice in testa. Al centro del dibattito, ancora, le parole del presidente del consiglio comunale, Carmelo Travaglia, sulle donne incinte, e il "no" alla mozione presentata dall'opposizione (primo firmatario il capogruppo FdI, Luigino Bucchi) per la realizzazione sul territorio etrusco di stalli rosa da destinare alle donne in gravidanza e ai genitori con bambini fino ai 2 anni. «La prima maglietta la diamo al capogruppo del Pd, Linda Ferretti, che ha fatto scena muta. Abbastanza imbarazzante», ha detto Piergentili che poi ha chiamato in causa anche le consigliere Mensurati e Di Cola uscite dall'aula al momento della votazione. E poi cita ancora le consigliere Pilu, Prosperi, fino ad arrivare al vicesindaco Federica Battafarano e alla consigliera Mundula che astenendosi dal voto aveva spiegato che sarà sua premura battersi per gli stalli rosa in sede di realizzazione del piano del traffico. Sotto "accusa" anche il sindaco Elena Gubetti che durante il consiglio comunale non ha preso la parola per dissociarsi subito dalle parole di Travaglia, intervenendo solo successivamente in diretta a News&Coffee, «sminuendo l'assise comunale», ha aggiunto il signor Luciano Romeo. «Doveva farlo in quel frangente. Questa non è più una maggioranza che si fa di grandi parole, "non lasciamo indietro nessuno"». Per il signor Romeo si tratta di «una maggioranza che si dice di sinistra» ma «che calpesta i diritti». Da qui l'invito ad andare in giro per il territorio «con le carrozzine, i passeggini, le stampelle. In questo modo si renderanno conto che Cerveteri non è per i diritti. Li calpesta». Né, durante l'iniziativa "ironica" di martedì, è stato dimenticato il segretario del Pd, Giuseppe Zito. Partito di appartenenza di Travaglia e ad oggi rimasto ancora in silenzio sulla vicenda. «Due parole le avrebbe dovute dire. Sappiamo che in ambito regionale e nazionale le parole di Travaglia hanno creato imbarazzo».

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