CERVETERI - La realizzazione di un parco commerciale, un piano degli insediamenti produttivi e una serie di opere accessorie e complementari destinate alla collettività con la realizzazione di servizi e un miglioramento della viabilità grazie all'ampliamento di via Fontana Morella, con annessa pista ciclopedonale, e alla creazione di una nuova rete viaria che doveva migliorare i collegamenti tra Cerveteri e Cerenova. Per non parlare dei duemila posti di lavoro che avrebbe prodotto. Questo era il progetto della nuova area artigianale e semi industriale, approvata dalla giunta regionale nel 2020 e che sarebbe dovuta sorgere a Pian del Candeliere. Ma che fine ha fatto? A chiederselo sono stati gli esponenti di Italia Viva, a cominciare dall'esponente Maurizio Falconi. A fargli da eco anche l'ex assessore ai Lavori pubblici, nella giunta Ciogli, Franco Borgna. «Dal cambio di destinazione d'uso effettuato dall'allora sindaco Pascucci sono trascorsi 10 anni», ma dell'opera nulla. «Un'area artigianale darebbe a Cerveteri la possibilità di produrre qualcosa. Hanno provato a dire che gli artigiani non ne hanno più bisogno. La realtà è sotto gli occhi di tutti: quando non si programma un'area importante come questa, le attività, poi, sorgono spontaneamente, senza alcuna autorizzazione». Dito puntato contro l'ex giunta Pascucci: «Non sono stati capaci nemmeno di copiare quanto accade nei comuni limitrofi come a Ladispoli dove l'allora sindaco Ciogli ebbe la capacità e l'intuizione di sistemare la zona a ridosso del consorzio e ora lì lavorano circa 200 attività. Si tratta di mille famiglie circa che lavorano. Da noi (Cerveteri, ndr) invece non è possibile. E poi ci lamentiamo che Cerveteri non riesce a svilupparsi», ha incalzato ancora Borgna che ora chiama in causa l'attuale governo della città: «Di questa amministrazione non si è visto ancora nulla. Solo specchietti per le allodole».
«L'area artigianale è pronta, sono i proponenti che si sono fermati», ha detto l'assessore alle Attività produttive, Riccardo Ferri. La colpa sarebbe da ricercare nell'emergenza sanitaria da covid-19 che ha cambiato il modo di acquistare da parte degli utenti. Quella zona, in pratica, «non è più appetibile come lo era prima del covid». E Ferri non esclude però la convocazione della Commissione urbanistica ad hoc «per valutare la vicenda». Si valuta anche la possibilità «di convocare i proponenti per capire la situazione, perché così com'è, difficilmente sarà realizzata».

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