SANTA MARINELLA – La coalizione Futuro, che ha sostenuto la candidata sindaco Clelia Di Liello, chiede che la nuova giunta Tidei si impegni a mettere in sicurezza i due fossi più pericolosi della città. “In questi giorni – dice la Di Liello - il nostro pensiero va alla popolazione dell’Emilia Romagna sopraffatta dall’evento eccezionale che ha fatto precipitare in tre giorni la pioggia che arriva in genere in sei mesi. Città inondate, vite distrutte, patrimoni in fumo, paura ed incredulità, 14 morti e 15 mila evacuati. I cambiamenti climatici, sono la causa di questi fenomeni atmosferici straordinari, ma ciò non deve farci dimenticare gli effetti della mala gestione del territorio, l’eccessivo consumo di suolo e l’insufficiente manutenzione dei corsi d’acqua, la copertura indiscriminata dei fossi e l’idea di sviluppo inteso come aggressione alle risorse naturali e consumo incontrollato. A Santa Marinella i fossi di Ponton del Castrato e di Castelsecco sono oggi nelle stesse condizioni del lontano 1981, quando un’alluvione come quella di questi giorni in Romagna, provocò devastazione e morte. Nel 2016, sono stati stanziati sei milioni di euro per risolvere la grave situazione. Ma, il riconosciuto alto rischio per beni e persone non ha convinto le giunte che, da allora, si sono succedute ad agire tempestivamente per mettere in sicurezza i cittadini. Dal 2016 i finanziamenti non sono ancora stati utilizzati. Ora il tecnico di fiducia del Sindaco annuncia che i lavori previsti per l’autunno partiranno entro giugno. Li aspettiamo alla prova dei fatti. In cinque anni al potere, la giunta Tidei non ha prodotto nulla, tre progetti elaborati senza seguire le indicazioni fornite dall’Autorità di bacino sono stati tutti bocciati. Prima delle elezioni, il Sindaco, scaricato tutte le responsabilità sull’ingegnere che aveva eseguito i progetti, responsabilità che invece sono in primo luogo politiche”. “Chiediamo al Sindaco – continua l’esponente civica - che utilizzi al meglio i finanziamenti disponibili da anni e che lo faccia senza sotterfugi o scorciatoie e secondo il dettato dell’Autorità di bacino. Il rischio è altissimo come i fatti di oggi in Emilia Romagna e il nostro passato ci insegnano. Il finanziamento scade nel 2025 ed è fondamentale utilizzarlo e farlo correttamente. Ne va dell’incolumità del nostro territorio e della vita delle persone. Ma non basta. A causa del dramma di questi giorni, l’attenzione è focalizzata sulla messa in sicurezza necessaria a fronteggiare le follie edificatorie del passato ma su questo tema è necessario intervenire preventivamente attraverso scelte rivolte al futuro. È necessario fermare la cementificazione e l’impermeabilizzazione del suolo e non ci sembra che interventi come la nuova 167 o l’abbattimento del parco e del convento dell’Immacolata per far spazio a nuovi insediamenti residenziali su cui l’amministrazione non ha mosso un dito, o della costruzione di nuove caserme sui terreni Arsial, o della cementificazione dell’area ex-fungo, vadano nella direzione di una maggior tutela del territorio e dei cittadini”. ©RIPRODUZIONE RISERVATA