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CIVITAVECCHIA – Dura presa di posizione di Fratelli d’Italia sulla variante urbanistica dell’area ex Italcementi approvata ieri in Consiglio comunale, definita dal partito «la più grande svendita del patrimonio pubblico della storia della città».
Secondo FdI, il progetto – sostenuto dal Governo Meloni e dalla precedente amministrazione di centrodestra, con un finanziamento statale di 35 milioni di euro – rappresentava un’occasione unica di rigenerazione urbana. Ma, denunciano, «non è stato preceduto da un adeguato confronto con cittadini, associazioni e parti sociali» e prevede «circa 480.000 metri cubi di cemento tra parcheggi multipiano, due hotel di lusso e oltre 140.000 metri cubi di edilizia residenziale privata».
Il gruppo consiliare ha criticato il sostegno alla delibera da parte di Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra, accusandoli di incoerenza rispetto alle posizioni sul consumo di suolo. Bocciati anche gli emendamenti presentati da FdI, tra cui uno per destinare parte delle volumetrie residenziali all’edilizia popolare, «nonostante l’emergenza abitativa che colpisce centinaia di famiglie».
Nel mirino anche il ruolo del fondo immobiliare costituito durante la giunta Cozzolino e dell’advisor incaricato: «L’operazione – sostiene FdI – è stata illustrata ai consiglieri non dai tecnici comunali, ma dal solito soggetto esterno, che risulta al centro di ogni processo decisionale. Dei 35 milioni, ben 9 restano al fondo, mentre già alcuni milioni sarebbero stati assorbiti da costi e consulenze». «I nostri consiglieri comunali hanno evidenziato con chiarezza queste perplessità e criticità gravi, senza ricevere alcuna risposta nel merito da parte del sindaco, dell’assessore relatore e della maggioranza. I quali, come al solito, hanno, piuttosto, cercato di mischiare le carte e mistificare la realtà, dipingendo la delibera e la scelta di demandare, di fatto, all’advisor tutta la progettazione e la realizzazione del futuro sviluppo del progetto, senza una seria ricerca di mercato e analisi della domanda e dei fabbisogni della città e senza tenere in debito conto gli interessi dei Civitavecchiesi. Il tutto, ad oggi, utilizzando esclusivamente beni comunali conferiti e i 35 milioni di euro del Governo, dei quali già alcuni milioni di euro risultano “assorbiti” dai costi del fondo, dell’advisor e dei loro consulenti, con procedure e incarichi che difettano di chiarezza e trasparenza, mentre noi avremmo preferito venissero investiti per opere fino all’ultimo centesimo».
Il partito annuncia che continuerà a vigilare «senza sconti» per garantire che lo sviluppo dell’area «privilegi gli interessi della città e dei cittadini, non quelli della finanza».
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