«Cosa ne è stato della dichiarazione di intenti del ministro Pichetto Fratin? Dove è finita l’idea del superamento del deposito unico nazionale di scorie nucleari e della mappa delle aree idonee? Nel corso dell’audizione in commissione Ambiente alla Camera, è emersa in modo inequivocabile la reale posizione del governo: l’intenzione di andare avanti con la realizzazione di un unico deposito nazionale per i rifiuti radioattivi rimane intatta». Così Enrico Panunzi vicepresidente del consiglio regionale del Lazio. «Un dietrofront clamoroso - dice - rispetto alle dichiarazioni rese appena poche settimane fa dallo stesso ministro, che aveva parlato del superamento dell’ipotesi del sito unico e dell’inattualità della mappa delle aree idonee, lasciando intendere una revisione sostanziale della strategia fin qui adottata. Avevo subito messo in guardia dai facili entusiasmi sbandierati con piglio meritorio da alcuni ambiti del centrodestra. Quelle parole, senza atti formali e concreti, non potevano avere alcun valore. E purtroppo i fatti lo confermano. Il governo continua sulla sua strada - dice Panunzi - ignorando le preoccupazioni dei territori e smentendo nei fatti se stesso. Il ministro, in audizione, ha annunciato addirittura che il deposito sarà operativo nel 2039. Una scadenza che conferma quanto siano determinati ad andare avanti, senza alcun ripensamento, con un progetto che le comunità locali continuano a respingere con forza. Continuerò a essere al fianco dei Comuni, dei cittadini, dei Biodistretti, delle associazioni ambientaliste, dei comitati, degli agricoltori e di tutte quelle realtà che, giorno dopo giorno, stanno costruendo una mobilitazione ampia, compatta e determinata. Una battaglia che dobbiamo portare fino in fondo, con serietà e con coraggio, per difendere il nostro territorio da una scelta sbagliata e calata dall’alto».