CIVITAVECCHIA – La nomina dei nuovi vertici di Csp è stata la prima vera occasione per il sindaco Piendibene e per la sua amministrazione per dimostrare quel “cambio di passo” a cui tanto si è fatto riferimento in campagna elettorale e non solo. Eppure proprio qui pare che lo stesso primo cittadino abbia raccolto critiche e perplessità; al di là delle capacità e della competenze che si vedranno nel medio periodo, sono le modalità ad essere contestate. Critiche le ha raccolte ieri dal Polo Civico, con Alvaro Balloni candidato al consiglio comunale nella stessa lista di Alessio Gatti, oggi nominato a Csp. Oggi è Civitavecchia Popolare, che al primo turno ha sostenuto la candidatura a sindaco di Enzo D’Antò, quest'ultimo oggi assessore al Commercio grazie all'apparentamento - ma solo del M5S – al ballottaggio.  

«Alla prima occasione di una importante decisione il Sindaco è tornato ad una delle peggiori vecchie abitudini, quella di nominare i propri amici di partito a consiglieri di amministrazione della Csp» hanno tuonato dal gruppo, parlando di Rita Stella e Alessio Gatti come «senza alcuna competenza» e della stessa presidente Francesca Romana Tomaselli «imposta dal Pd romano».

Già nelle scorse settimana Civitavecchia Popolare aveva già anticipato che l’eliminazione dai requisiti dei candidati della laurea magistrale, prevista nei precedenti avvisi, per la nomina degli amministratori della Csp «faceva pensare che il Sindaco o chi per esso aveva in mente chi nominare; ciò si è puntualmente avverato e concretizzato nei nomi indicati a suo tempo dalla stampa locale. Un consiglio spassionato per non prendere in giro nessuno - hanno concluso - la prossima volta il sindaco eviti la sceneggiata dell'avviso di interesse al quale hanno risposto ben 50 candidati e nomini subito chi vuole tanto è nelle sue facoltà; d'altra parte pur di sembrare irriverente, ma è semplicemente una battuta, anche l'imperatore Caligola nominò senatore il suo cavallo e ne aveva facoltà».

E tra spalle alzate e pochi commenti che arrivano dalla stessa maggioranza, è l’ex sindaco del M5S Antonio Cozzolino, in un intervento social, a puntare il dito contro Piendibene, reo di non aver discusso della nomina neanche in maggioranza. «Un metodo di selezione - ha detto – che non condivido minimamente perché basato unicamente su considerazioni politiche e sulla fiducia. Un metodo quindi che non considera affatto le (documentate) competenze necessarie per gestire una società da 20 milioni di e 400 dipendenti». Dunque Piendibene, come spiega Cozzolino, «se ne assume la totale responsabilità nella speranza – ha aggiunto - che i cittadini, Csp, i servizi e i lavoratori non ne abbiano nocumento. Di sicuro non si dà il necessario messaggio di emancipazione da logiche stantie e che nel passato non mi pare abbiano portato a risultati memorabili. Non mi resta che auspicare - ha concluso – che questa volta vada diversamente».