CIVITAVECCHIA – Un documento, tra l’altro mai uscito, per ribattere alle accuse rivolte alla maggioranza. È quello che ha scatenato una sorta di guerra interna a Forza Italia, con un botta e risposta a distanza tra il coordinatore azzurro di Civitavecchia, l’ex assessore Roberto D’Ottavio, e l’attuale capogruppo in consiglio Massimo Boschini.

«Forza Italia Civitavecchia e il suo Commissario locale non ha mai autorizzato la firma di alcun comunicato, non avendone condiviso né la forma e né tantomeno la sostanza - ha spiegato D’Ottavio - l’indirizzo politico, da statuto, spetta al coordinatore del partito e, in questa fase, le nostre attenzioni sono rivolte a strutturare un progetto politico che possa risollevare Civitavecchia nel prossimo quinquennio passando per l’elezione amministrativa che vedrà Forza Italia impegnata nella costruzione di una coalizione di centrodestra unita e vincente. Boschini sa bene che gli era stata data precisa indicazione di non sottoscrivere documenti che riguardino modalità e nomi di chi sarà il candidato sindaco del centrodestra e di non poter firmare quel documento. Aspettiamo di conoscere ufficialmente la posizione del consigliere Boschini». Posizione immediatamente chiarita dal consigliere azzurro: «Il sottoscritto non si è arrogato alcun diritto, a parte quello sancito dagli elettori di rappresentare Forza Italia in Consiglio comunale. Tant’è vero - ha aggiunto - che non ho indicato alcun candidato, ma semplicemente dato la mia disponibilità a firmare un documento (poi non uscito) in cui si rispedivano al mittente alcune maldestre accuse. L’unico che ha proferito nomi per candidature a sindaco è proprio D’Ottavio, anche se ci è ignoto a quale titolo lo abbia fatto. E viene anzi da chiedersi se non ci si trova davanti a una fuga in avanti pericolosa per l’unità del Centrodestra, che dovrebbe essere invece una priorità assoluta, riconosciuta da tutti. E se D’Ottavio parla di un partito che che non deve servire da autobus o da taxi o per obiettivi personali, il consigliere Boschini è chiaro: «Sono rimasto al mio posto in Consiglio comunale dal primo giorno dopo le elezioni del 2019 fino ad oggi. Il commissario ha fatto confusione o si riferiva a qualcun altro?» si è chiesto. Un faccia a faccia a distanza che evidenzia delle frizioni importanti anche in casa azzurra.

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