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CIVITAVECCHIA – «Un bosco di 40 ettari trattato come qualche alberello da spostare». Così Vittorio Petrelli, esponente della lista civica “Il Buon Governo”, definisce la gestione dell’area verde nata sull’ex Parco Serbatoi Enel, tornata al centro del dibattito cittadino. Con un comunicato al vetriolo, l’ex consigliere punta il dito contro l’amministrazione comunale e, in particolare, contro il sindaco Marco Piendibene.
Al centro delle critiche, la richiesta di Enel di tagliare il bosco, a cui il Comune – secondo Petrelli – «non ha mai risposto in modo chiaro, lasciando intendere un sostanziale via libera». Una posizione che sarebbe apparsa ancora più ambigua dopo l’interesse manifestato da un’azienda intenzionata a realizzare, proprio su quell’area, un parcheggio per il settore automotive. «Un’operazione che sembrerebbe avere l’avallo silenzioso del Comune», afferma Petrelli, aggiungendo: «nessuno si è preso la briga di leggere la dichiarazione ambientale di Enel, che certificava già nel 2014 la presenza di oltre 11.000 alberi».
Il riferimento esplicito va anche alla mancata classificazione dell’area come “bosco” da parte del Comune, possibilità che – come evidenziato in una nota della Regione Lazio – avrebbe impedito l’abbattimento degli alberi. «Un’occasione mancata – commenta Petrelli – che dimostra come non ci sia alcuna volontà di tutela da parte dell’Amministrazione».
L’esponente civico critica inoltre il recente voto favorevole del Sindaco a una variante urbanistica da agricola a industriale su terreni che, secondo quanto riportato da Petrelli, «risulterebbero appartenere alla sua famiglia. Un atto che, se confermato, pone un problema di opportunità politica prima ancora che giuridica».
Non manca un affondo anche sul piano delle nomine e degli affidamenti. Petrelli segnala la determina dirigenziale n. 2795 del 17 giugno 2025, con cui è stato affidato direttamente il servizio di salvataggio sulle spiagge libere a una società «riconducibile a una persona che ha pubblicamente sostenuto Piendibene in campagna elettorale».
«Il punto non è la legalità – chiarisce – ma l’etica pubblica: chi amministra non solo deve essere onesto, ma anche apparire tale. Perché tutto questo silenzio da parte di forze come M5S o AVS, che si dichiarano portatrici di legalità e trasparenza?».
E infine una riflessione personale: «Marco Piendibene è entrato in politica nel 1994, ha inseguito a lungo il sogno di fare il sindaco. Ma oggi, con questi atti, dove sarebbe la discontinuità promessa? Valeva davvero la pena di aspettare 30 anni per riproporre vecchie logiche mascherate da rinnovamento?».
Domande retoriche, ma cariche di un significato politico che promette di far discutere.
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