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di ANTONIO FONTANELLA

Nuovo capitolo nella telenovela della nomina del presidente dell’Autorità Portuale. Il sindaco Gianni Moscherini ha infatti reso noto di aver ricevuto il 30 maggio scorso una lettera dal capo di Gabinetto del ministro dei Trasporti Bianchi, nella quale si conferma la sua rimozione dall’incarico di commissario di Molo Vespucci e si preannuncia sostanzialmente una nuova nomina in attesa dell’insediamento del Presidente. Una lettera che Moscherini ha letto per intero nel corso di una conferenza stampa, durante la quale è tornato ad attaccare lo stesso Bianchi ed ha chiesto apertamente la riapertura delle terne per l’indicazione del presidente. «Con questo atto – spiega infatti il primo cittadino – il professor Bianchi ha dimostrato ancora una volta tutta la propria incompetenza nei Trasporti. Non solo si è rifiutato di dare seguito al pronunciamento del Consiglio di Stato, che gli ha dato torto, non reinsediandomi all’Authority, ma ha anche in sostanza annunciato la riapertura della procedura per la nomina di qualcuno che svolga le funzioni di commissario. A preoccuparmi e sorprendermi è però che stavolta la motivazione non è più solo la mancanza del rapporto fiduciario tra il Ministro ed il commissario, già ritenuto insussistente dalla giustizia amministrativa, ma si fa cenno anche alla mia candidatura a sindaco e all’inserimento del mio nome nelle terne formulate dagli enti locali». Motivazioni illegittime, secondo il sindaco Moscherini, che sottolinea come «il porto abbia bisogno di una guida stabile e non del perpetrarsi di errori amministrativi. E con questo mi riferisco anche alla nomina di Ciani, nella quale i miei avvocati hanno ravvisato i crismi dell’illegittimità. Il suo nome infatti non è contenuto in alcuna terna. Inoltre la stessa lettera inviata a me, riattivando la procedura per la individuazione del commissario, mette in discussione il decreto di nomina firmato dal presidente Prodi, che pare non sia nemmeno ancora approdata nelle commissioni parlamentari».
Con il porto di Civitavecchia, insomma, secondo Moscherini, «qualcuno sta giocando troppo, con l’obiettivo di arrestare la grande crescita di questi anni». Un’accusa pesante, che sarebbe provata non solo dalle vicende relative alla nomina del presidente di Molo Vespucci, ma anche, ad esempio, il blocco imposto dal responsabile della Valutazione di impatto ambientale Agricola alla Civitavecchia-Cecina o con il parere negativo espresso dai presidenti degli altri porti sulla realizzazione del terminal Cina, «che ha l’evidente intento di favorire Livorno e Napoli. In questo contesto anche il Ministero sta facendo la sua parte, con l’effetto di generare stanchezza negli armatori, che minacciano ora di puntare su altri porti, come dimostra l’apertura della linea Livorno-Barcellona». L’unica via di uscita è a questo punto, secondo Moscherini riportare legittimità negli atti di un’Autorità Portuale ormai ingessata, da mesi priva di una guida legittimamente in carica, «ma solo con un inquilino – ha affermato – che non si vede mai e che non ha il potere di firmare alcun atto, dal momento che, come stabilito dal Consiglio di Stato, l’unico ad avere diritto a quel posto sono io. Certo – ha aggiunto – se il professore si preoccupasse di ascoltare i consigli di un povero sindaco di provincia eletto dal popolo, dovrebbe preoccuparsi di ridare legittimità agli atti. In questo senso dovrebbe recepire il pronunciamento del Consiglio di Stato, rimettendomi al mio posto anche solo per 24 ore, il tempo necessario cioè per firmare le dimissioni, e poi inviare di nuovo le lettere a province, camere di commercio e comuni, visto che tre di questi hanno appena eletto una nuova amministrazione. Perché – ha concluso Moscherini – qualora invece il Ministro scegliesse di proseguire sulla strada degli atti illegittimi, causerà danni enormi al porto di Civitavecchia, che però stavolta dovrà pagare di tasca sua».