Milano, 5 dic. (Adnkronos) - Il Teatro alla Scala si prepara a un 7 dicembre ad alta tensione emotiva. Con 'Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk', Dmitrij Šostakovič irrompe nella Prima come un faro sulla modernità, tra la passione febbrile del direttore d'orchestra Riccardo Chailly e lenergia da eroina del soprano Sara Jakubiak, che avverte il pubblico: "Allacciatevi le cinture". Il sovrintendente Fortunato Ortombina non ha dubbi: sarà una serata clamorosa. Lapprodo di Sostakovic sul palcoscenico del Piermarini, nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, non è solo un omaggio ma una presa di posizione chiara: La Lady Macbeth è tra le opere più clamorose e importanti del 900, per me una delle più importanti di sempre ribadisce Ortombina. E aggiunge: Sono convinto che anche Šostakovičsia sulla buona strada per diventare un profeta nel tempo come Mozart e Verdi. Per il sovrintendente, alla sua prima inaugurazione del 7 dicembre dopo lera Meyer, il titolo scelto ha una forza simbolica innegabile: È di capitale importanza, di spettacolarità straordinaria e il rapporto con la cultura russa fa parte della storia di questa città. Non teme polemiche legate alla scelta di un altro titolo russo, dopo il 'Boris Godunov' che nel 2022, con la guerra in Ucraina appena iniziata fece scorrere fiumi di inchiostro. E infatti puntualizza: Sappiamo tutto della censura. Toscanini ha fatto qui la prima scaligera di Tchaikovsky: i rapporti tra Russia e Scala sono sempre stati importanti e hanno trasceso qualunque momento di crisi politica europea e globale, e questo continuerà per tanto tempo. Sul lavoro creativo, Ortombina sottolinea lo sforzo del team guidato dal regista Vasily Barkhatov, dal direttore musicale Riccardo Chailly e dal soprano Sara Jakubiak: Se vediamo sorridere questa bravissima interprete è perché è veramente una cantante straordinaria, così come straordinari sono anche gli altri elementi del cast. La forza di questo soggetto sta nella primordialità delle forze che Šostakovič è andato a indagare. Il direttore musicale Riccardo Chailly parla con passione quasi febbrile dellopera: Portare in scena la Lady Macbeth credo non debba essere preso come un atto di coraggio ma come un atto dovuto di riconoscimento a un gigante del 900. Lopera, ricorda, "ha sofferto per anni e deve recuperare il tempo perduto, di una qualità assoluta e alla quale partitura bisogna dare il valore che merita. Chailly stesso confessa la propria soggezione: Ne ero vittima per la grandezza, laudacia e la modernità. E parla del giovane Šostakovič come di un rivoluzionario: quando scrisse lopera, un soggetto scabroso che chiedeva coraggio a un compositore di 24 anni. Sul fronte musicale, il maestro non risparmia elogi a cast, coro e orchestra: Tutti i cantanti sono uno più bravo dellaltro. Il coro ha trovato una difficoltà forte nella ritmica e nella sillabazione, che richiede una bravura forte. Abbiamo fatto lavoro eccellente con il coro della Scala. Anche lorchestra affronta le mostruosità tecniche in maniera formidabile. Lattesa per il 7 dicembre è quasi fisica: Conto i giorni per arrivare alla Prima ammette il maestro. Il soprano Sara Jakubiak, al debutto scaligero, è la figura forse più spremuta - letteralmente - dellintero progetto. E' vero, mi sento un po come unarancia spremuta sorride, riprendendo le parole di Chailly. Il maestro, infatti, ha riconosciuto la sua bravura nonostante sia stata spremuta come unarancia da una partitura che mette a dura prova qualsiasi interprete. Jakubiak descrive Katerina come un personaggio estremo: Mi ricorda una McLaren capace di passare da zero a cento in meno di un minuto. E lancia un messaggio al pubblico per il 7 dicembre: Lunica cosa che posso dire è: allacciatevi le cinture. Il regista Vasily Barkhatov, firma una 'Lady Macbeth' che vuole scavare a fondo nella psiche umana. E' in fondo una storia semplice: quella di una donna che si vota con tutte le sue forze alla libertà e alla felicità umana, ma lo fa in maniera violenta e drammatica. Per Barkhatov, classe 1983 e al debutto scaligero, il primo passo è stato liberare lopera dai suoi stereotipi sedimentati: Titoli così frequentati generano spesso dei cliché Il nostro obiettivo è stato togliere la polvere e concentrarci sugli aspetti psicologici di Katerina. Per questo, lazione non è più ambientata in un villaggio rurale, ma in una capitale del secolo scorso. Loperazione rispecchia la poetica del compositore: Šostakovič ha cercato la bellezza nei personaggi strani, ambigui, crudeli. Noi abbiamo cercato di fare lo stessoE abbiamo un cast meraviglioso che ci permette di farlo. La presenza alla Scala per il 7 dicembre è per Barkhatov un grande onore. Ho seguito molte Prime in streaming e ritrovarmi finalmente in sala è unemozione speciale. E sul lavoro con Chailly: Questa partitura richiede un dialogo molto stretto Abbiamo attraversato un processo di collaborazione durato due anni. Lo scenografo Zinovy Margolin racconta una scenografia concepita come contrasto permanente: Abbiamo iniziato a lavorare un anno fa discutendo lidea di scegliere un ambiente completamente diverso dalle consuete ambientazioni della provincia russa. La scelta è ricaduta sulla città in cui Šostakovič ha vissuto. La capitale permette un forte contrasto visivo e simbolico: da un lato lambiente sfarzoso del ristorante, dallaltro la povertà dei luoghi in cui lavorano i personaggi. La 'Lady Macbeth del distretto di Mcensk' - libretto dello stesso Šostakovič dal romanzo di Leskov - doveva essere la prima parte di un trittico dedicato alla condizione femminile nella storia russa. La vicenda di Katerina Izmajlova, ambientata negli anni 1860, è un vortice di violenza, desiderio e ribellione: avvelenamenti, omicidi, passioni proibite, soprusi familiari. La doppia prima del 1934 a Leningrado e Mosca fu un successo travolgente, un clamoroso succès de scandale per la crudezza sociale e linedito realismo delle scene erotiche. Šostakovič, abbandonando la satira surreale de Il naso, si avvicinò a Musorgskij con una potenza drammatica che conquistò il pubblico: 200 rappresentazioni in due anni. Non è prevista la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ma ci sarà il ministro della Cultura, Alessandro Giuli. In attesa della serata inaugurale, intanto, alla Scala si respira quella combinazione di ambizione, tradizione e rischio che definisce ogni 7 dicembre. A teatro si parla di eccellenza ricorda Ortombina. E questa Lady Macbeth, tra visione registica, forza musicale e un cast spinto al limite, promette esattamente questo: uninaugurazione che, cè da scommettere, lascerà il segno. (di Federica Mochi)