Roma, 11 giu. (Adnkronos Salute) - La nausea e il vomito colpiscono in totale il 66% delle donne durante la gravidanza in Italia, un dato che evidenzia la rilevanza numerica di questo disturbo; solo il 25% delle donne con nausea e vomito ha ricevuto un trattamento per contrastare i sintomi. Questi sono i dati che emergono dallo studio PURITY, il primo studio italiano avviato dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) che ha indagato limpatto della nausea e del vomito in gravidanza (Nvp), determinando prevalenza, gravità, durata dei sintomi e loro conseguenze sulla qualità della vita, oltre alla valutazione degli esiti neonatali e dello stato di salute della donna dopo il parto. PURITY riporta una nota - rappresenta, ad oggi, il primo e unico studio multicentrico che ha indagato in modo approfondito la prevalenza della Nvp nelle donne italiane e il suo impatto sulla qualità di vita, sullattività lavorativa e sulla vita personale, in un campione ampio e rappresentativo delle gestanti italiane. Questi disturbi sono sempre stati vissuti, nellimmaginario collettivo, come tipici delle prime fasi della gravidanza e in quanto tali, destinati a scomparire con l'evolvere dellepoca gestazionale. Gli studi più recenti su questa tematica hanno invece dimostrato che non è così. "Nella maggior parte dei casi la Nvp si manifesta in maniera moderata, anche se la durata dei sintomi può superare il primo trimestre di gravidanza. Sebbene il disturbo più frequente sia la nausea, vi è un'alta percentuale, circa il 37% dei casi, in cui alla nausea si associa anche il vomito commenta Romolo Di Iorio, professore associato di Ginecologia e Ostetricia dellUniversità di Roma Sapienza In una casistica più rara, circa il 4%, ritroviamo inoltre donne in stato interessante in cui la Nvp può peggiorare e diventare iperemesi gravidica, una condizione patologica che può portare anche al ricovero e che nei casi più gravi comporta rischi significativi sia per la donna che per il bambino". Nel nostro Paese la Nvp è stata spesso sottovalutata e sottotrattata si legge - PURITY è nato proprio per colmare tale vuoto conoscitivo ed ha coinvolto un campione omogeneo di 528 pazienti gravide afferenti a tre strutture ospedaliere italiane: lOspedale dei Bambini "Vittore Buzzi" di Milano, il Presidio Ospedaliero SS. Annunziata di Chieti e lAzienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. Alle donne intervistate è stato somministrato un questionario in due fasi: nella prima, tra la diciottesima e la ventiduesima settimana di gravidanza, si valutava la prevalenza e la gravità della Nvp, linsorgenza e la durata dei sintomi, il loro trattamento e limpatto sulla qualità della vita; la seconda fase, entro 14 giorni dopo il parto, ha esaminato invece la correlazione tra i sintomi della Nvp in gravidanza e gli esiti neonatali, nonché lo stato di salute post-parto delle donne. "Ci siamo posti come obiettivo non solo quello di esaminare la gravità del disturbo e le possibili terapie, ma anche gli aspetti legati alla qualità di vita della gestante. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo inserito domande specifiche che hanno evidenziato come le donne richiedano una maggiore attenzione al problema, che in quanto tale deve essere riconosciuto e curato spiega Irene Cetin, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell'Università degli Studi di Milano e Direttore dellOstetricia del Policlinico di Milano In questo senso il professionista sanitario svolge un ruolo fondamentale per dare sollievo e fornire un aiuto concreto alla donna. È nostro compito, infatti, rendere consapevole la donna che è possibile vivere questa fase della vita in tutti i suoi aspetti senza sacrificare il rapporto di coppia, né dover rinunciare alla propria vita sociale o lavorativa. In situazioni difficili o invalidanti si può infatti ricorrere ad una terapia efficace e sicura che permetta di vivere a pieno i nove mesi della gravidanza, senza più limitazioni". Lo studio ha evidenziato che in alcuni casi la Nvp può portare le donne a star male al punto di essere obbligarle a smettere di lavorare o, in casi estremi, a pensare di interrompere la gravidanza; questo porta il fenomeno a essere considerato di grande impatto anche nellopinione pubblica, che invece lo ha sempre sottovalutato e associato a una condizione quasi normale della gravidanza. Inoltre, sulla base di una scala, utilizzata a livello internazionale, che ha valutato la gravità del disturbo (PUQE - Pregnancy-Unique Quantification of Emesis and Nausea), è emerso che 348 donne su 528 hanno sofferto di nausea e vomito in gravidanza nelle prime 22 settimane. Nello specifico i sintomi si sono presentati in forma lieve in 118 donne pari al 34% dei casi, moderata in 217 donne pari al 62% e grave in 13 donne pari al 4%. Lindagine evidenzia che solo il 25% delle donne coinvolte ha ricevuto un trattamento (farmacologico o non farmacologico) per contrastare i sintomi. Tra queste, la maggior parte delle intervistate, pari al 67,7%, ha dichiarato di aver utilizzato lassociazione di Doxilamina 10 mg e Piridossina 10 mg. "Oltre a questi dati, uno dei risultati più importanti e statisticamente significativi raccolti nella seconda fase dello studio è stato quello riferito al tempo gestazionale: infatti le donne che presentano nausea e vomito in gravidanza conclude Cetin - hanno avuto in media un tempo gestazionale più corto; quindi, hanno avuto un parto pretermine, in quanto non sono arrivate alla quarantesima settimana". Lo studio dettaglia la nota - ha visto il coinvolgimento di 1.300 gestanti afferenti a 100 strutture ospedaliere italiane dislocate su tutto il territorio nazionale. In questa nuova indagine sono state valutate in particolare lincidenza e levoluzione della NVP durante il primo, il secondo e il terzo trimestre della gravidanza su un campione molto ampio, prendendo in considerazione anche le differenze geografiche e socioeconomiche e latteggiamento comunemente assunto dai ginecologi nella gestione di tale disturbo, oltre alle possibili conseguenze della NVP sulla gravidanza (es. diabete gestazionale, ipertensione/preeclampsia) e sul bambino (es. iposviluppo fetale, modalità del parto e peso alla nascita). "La Sigo ha ritenuto necessario colmare un vuoto esistente nella letteratura scientifica italiana avviando lo studio PURITY-Extended commenta Nicola Colacurci, già professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia dellUniversità della Campania Luigi Vanvitelli e past president Società italiana di ginecologia e ostetricia Attualmente, infatti, limpatto di nausea e vomito in gravidanza risulta essere ancora sottostimato, sia perché le donne potrebbero evidenziare la presenza di tale problematica solo quando i disturbi impattano negativamente sulla qualità della loro vita, sia per la modalità di ricerca dei disturbi da parte dei ginecologi. Ad oggi abbiamo intervistato oltre 500 donne gravide e prevediamo di avere i primi dati dello studio nel mese di ottobre". "Italfarmaco ha una missione chiara: migliorare la vita dei pazienti e il loro benessere attraverso prodotti innovativi e ricerche scientifiche di grande valore qualitativo che generano nuove e moderne evidenze. Il nostro impegno si manifesta concretamente nell'Area Terapeutica Ginecologica, dove l'azienda si dedica allo sviluppo di soluzioni innovative e complete, mirate a migliorare la salute e il benessere delle donne in tutte le fasi della loro vita - dichiara Mario Mangrella, Direttore Medico Scientifico e degli Affari Regolatori di Italfarmaco - Italfarmaco rappresenta oggi una delle principali realtà italiane focalizzate in questa importante area terapeutica". "Lo Studio PURITY, promosso da Italfarmaco, è il primo e unico studio clinico in Italia nel suo genere, costituisce un esempio significativo di questo impegno: siamo orgogliosi di averlo promosso e di aver così contribuito a generare nuove e solide evidenze scientifiche - evidenzia Mangrella - Sostenere le donne durante la gravidanza è essenziale, poiché questo periodo cruciale può influenzare profondamente la vita familiare, sociale e professionale. Per questo Italfarmaco ritiene fondamentale il ruolo dell'alimentazione materna nei diversi momenti della vita della donna e negli stadi della gravidanza e del puerperio, poiché essa è decisiva per la crescita e lo sviluppo fetale e può influire sul futuro stato di salute del bambino". "La nausea e il vomito in gravidanza (Nvp) possono compromettere gravemente lalimentazione materna e lintroito di componenti, quali vitamine e oligoelementi, essenziali per il corretto progresso della gestazione e per la salute e la crescita del bambino. Anche per questo - conclude - è particolarmente importante identificare precocemente la Nvp e saperla gestire con i trattamenti appropriati. Siamo perciò particolarmente orgogliosi di aver introdotto in Italia lassociazione precostituita di Doxilamina 10 mg e Piridossina 10 mg, il primo trattamento farmacologico specificamente sviluppato e autorizzato per curare la nausea e il vomito in gravidanza, Nvp".