Roma, 12 feb. - (Adnkronos) - Non che ci si potesse aspettare qualcosa di diverso da un Governo che non ha uno straccio di politica industriale e un brandello di politica di investimento. Ma le operazioni che stanno portando la Saras della famiglia Moratti verso il gruppo olandese Vitol, e la Tods di Della Valle verso una maggior presa dei soci francesi, rappresentano un bel ciao del made in Italy alle tanto sbandierate ambizioni di tutela da parte del Governo Meloni. E perfettamente inutile ribattezzare un ministero del made in Italy se lo stesso dicastero, guidato da Urso, assiste passivamente a queste operazioni e arriva a infliggere alla produzione industriale italiana un calo del 2,5% annuo, dopo 11 mesi consecutivi di flessione nel 2023. Siamo in presenza di rischi enormi". Così Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera. "Saras - continua Fenu - è uno dei principali contribuenti sardi, solo nel 2022 ha versato imposte dirette per 114 milioni di euro, senza considerare le ritenute Irpef sugli stipendi degli operai, sui compensi dei professionisti e il gettito Iva. Con l'acquisizione da parte di una società olandese esiste un rischio concreto di spostamento dei redditi imponibili in Olanda. Questo comporterebbe minori entrate per lo Stato ma anche minori entrate per la Regione Sardegna, sia in termini di tributi regionali che in termini di compartecipazione ai tributi nazionali. Tutto questo quando in Parlamento si discute uno scellerato disegno di legge sulla autonomia differenziata, in cui il vero obiettivo di alcuni governatori del Nord è proprio quello di puntare alla polpa della compartecipazione alle entrate dello Stato prodotte nelle proprie Regioni". "Così come è inutile da parte dellesecutivo Meloni festeggiare i suoi impalpabili provvedimenti economici, a partire dalle leggi di bilancio, dicendo che la Borsa è cresciuta salvo constatare che, tramite la Borsa stessa, due prodotti del made in Italy prendono strade che portano sempre più fuori dallItalia. Se vogliamo un mercato borsistico efficace, che sappia tutelare le società italiane, non dobbiamo occuparci solo di chi decide di quotarsi ma soprattutto di chi investe in queste società. Dovremmo far convergere sul mercato borsistico capitali pubblici e privati, in primis quelli delle Casse previdenziali e delle fondazioni, per aiutare le nostre imprese, soprattutto quelle medie e piccole, conclude.