Riva del Garda, 6 mag. - (Adnkronos) - "In Italia non abbiamo un numero sufficiente di champions, ovvero di player con una dimensione tale da poter fungere da aggregatori di filiera, e in un momento in cui servono investimenti in innovazione, tecnologia e sostenibilità questa assenza potrebbe essere un elemento che penalizza il settore del real estate. Credo infatti si debba superare la singolarità e pensare al comparto in modo industriale, per avere la scala e le competenze che servono per fare un salto. Lo ha detto Barbara Cominelli, presidente di Uli Italia, intervenendo al panel La sfida della sostenibilità tra società, economia e ambiente delledizione 2025 di Rebuild, la due giorni dedicata alledilizia sostenibile e al futuro del comparto, in svolgimento al Centro Congressi Riva del Garda (TN) fino al 7 maggio. Negli ultimi anni vedo un interesse, prima meno presente, da parte del mondo delle private equity nel real estate, un settore solido, resiliente, che rappresenta il 10-12% del pil, a seconda delle stime - aggiunge - La capacità di investimento, però, rimane un tema chiave, che si unisce anche al tema delle competenze. Rischiamo che, in un attimo, arrivino i cosiddetti player over the top, capaci di mangiare tutto il valore aggiunto di questo business perché noi non siamo preparati. Dal punto di vista dellimplementazione delle tecnologie nei processi, Cominelli spiega che il problema non è laccesso alla tecnologia. Anche la micro impresa può accedere alle stesse tecnologie che usano le grandi imprese. Il vero problema sono i dati, non puoi costruire una strategia Ai se non hai una strategia sui dati. I dati vengono percepiti ancora come un costo, perché è un investimento di medio-lungo termine, ma è sbagliato non investire su queste tematiche conclude.