Roma, 17 set. (Adnkronos) - "Lagricoltura campana è una componente essenziale del sistema economico regionale: circa il 13% del valore aggiunto complessivo arriva dalla filiera agroalimentare, che comprende agricoltura, distribuzione, ristorazione, turismo e commercio. Nel 2024 il valore della produzione agricola campana ha superato per la prima volta i 5,1 miliardi di euro. È unagricoltura che sta bene, con punti di forza ma anche con alcune criticità. Lo ha dichiarato Ersilia Di Tullio, responsabile strategica advisor di Nomisma, presentando la ricerca 'Agricoltura in Campania e nuovi scenari evolutivi' nellambito di Campania Mater. Le criticità ha aggiunto sono legate soprattutto alla riorganizzazione del tessuto produttivo e al calo delle imprese agricole, in particolare nelle aree più svantaggiate, con ripercussioni sullequilibrio socio-economico di quei territori. Allo stesso tempo, però, la Campania continua a distinguersi per produzioni di eccellenza che rappresentano vere e proprie bandiere del Made in Italy nel mondo. A ciò si aggiunge la capacità di intercettare i flussi turistici, una grande ricchezza per la regione. Sul fronte dellinternazionalizzazione, Di Tullio ha ricordato che con 5,7 miliardi di euro di export agroalimentare, lagricoltura campana contribuisce per il 26% alle esportazioni regionali, un dato di assoluto rilievo. È fondamentale proseguire sulla strada della promozione del Made in Campania allestero: già oggi il turismo, composto per il 53% da visitatori stranieri, rappresenta un biglietto da visita straordinario per i nostri prodotti. Guardando alle prospettive future, la responsabile di Nomisma ha indicato la rotta: Occorre costruire unagricoltura sempre più multifunzionale, capace di arrivare sul mercato con produzioni ad alto valore aggiunto dallortofrutta alla pasta, dalle conserve di pomodoro al vino e al tempo stesso di diversificare e completare lofferta. Questo consente non solo di rafforzare la competitività, ma anche di favorire linsediamento dei giovani e mantenere viva lagricoltura nelle aree più fragili, a rischio spopolamento.