CERVETERI - Ancora episodi di vandalismo sul territorio. Questa volta a essere stati presi di mira una parete della chiesa de I Terzi e il portone di un bar in ristrutturazione in pieno centro storico nella città etrusca. Non solo geroglifici e graffiti, ma delle vere e proprie offese nei confronti della comunità ebraica, tra insulti anche pesanti e la "classica" stella di David. Vicende che ovviamente hanno indignato la comunità con il primo cittadino Elena Gubetti che si ha subito predisposto il controllo delle immagini delle telecamere di videosorveglianza per individuare i responsabili.

Ferma condanna arriva anche dal presidente del circolo locale di Italia Viva, Maurizio Falconi: «Non c'è nessuna scusante, nessuna "comprensione" per un atto ignobile, nessuna definizione di "ragazzata" che possa essere accettata per questo atto infame. “Ma in fondo, sono solo scritte su una porta!” diranno in molti. Ma quelle scritte sono le fonti che possono portare ad altre offese, ad altra violenza ben più grave. Ed allora guardiamoci negli occhi: cos’ha di differente dagli altri esseri umani un Ebreo? Non ha gambe, braccia, occhi, sentimenti come tutti gli altri esseri umani di tutto il mondo? Non lavora, ride, piange, si rallegra come tutti gli altri esseri umani? Ecco, qui sta il punto - ha proseguito - Dobbiamo cominciare ad insegnare ai nostri ragazzi, in casa, a scuola, che la violenza verbale, il disprezzo degli altri, il pensiero che se tu non sei come me (alto, biondo, e con gli occhi azzurri), tu sei “diverso” e quindi “colpevole” della tua diversità. Ma la diversità è presente nella Natura e ne fa parte integrante ed è una ricchezza, non una iattura. Dobbiamo far capire, non solo ai nostri ragazzi, ma a tutti, che gli Ebrei non sono “altro da noi”, sono esseri umani come noi. Pensavamo che Cerveteri fosse lontana anni luce dall’antisemitismo ed invece, una mattina, scopriamo che è qui in mezzo a noi e ci ferisce. Colpisce tutta la comunità, perché nessuno può dirsi lontano dai problemi dei nostri concittadini. A questo punto, non solo la Scuola, ma anche la Politica devono attivarsi perché queste cose non accadano più. E l’arma principale - ha aggiunto - non è la coercizione, è la cultura, la lettura, la conoscenza nel più alto senso di questa parola, perché colui che ignora è destinato a ripetere parole, gesti che speravamo non avvenissero più, mentre invece stiamo ricominciando tutto da capo. Noi di Italia Viva - ha concluso Falconi - esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli Ebrei presenti nella nostra città ed a loro, che sentiamo così vicini a noi, diciamo, come John Kennedy disse a Berlino nel 1960 “Ich bin ein Berliner”, “siamo Ebrei” e vi siamo vicini senza se e senza ma».

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