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CIVITAVECCHIA – Al di là dei tavoli, si respira aria di forte preoccupazione e fuori i cancelli di Tvn dove, da questa mattina, i metalmeccanici sono in sciopero. Una manifestazione spontanea la loro e molto partecipata. Operai di Enel, ma anche e soprattutto delle ditte che lavorano in centrale, hanno incrociato le braccia: «Ci sentiamo abbandonati - hanno detto - da una settimana circa abbiamo i gruppi fermi. Quale è la prospettiva per le nostre famiglie?». A sostenere la protesta contro un previsto taglio di personale la Fiom Cgil e l'Usb. Sul posto anche il sindaco Ernesto Tedesco, accompagnato dal consigliere Antonio Giammusso i quali si sono intrattenuti all’interno di Tvn per un incontro con il capocentrale.
«Continua l'incertezza sul futuro dell'indotto della centrale Enel di Civitavecchia ed è sempre più insostenibile – ha spiegato il segretario della Fiom Cgil Giuseppe Casafina – agli industriali, le istituzioni e dalla stessa Enel solo ragionamenti per titoli e dichiarazioni di buone intenzioni ma nessun intervento concreto per una riconversione industriale nel segno dell'occupazione e della sostenibilità. Sull'unico progetto ufficialmente in campo, quello dell'eolico offshore, non è ancora chiaro se sarà affiancato da una filiera che faccia anche produzione dei componenti, necessaria per garantire tutta l'occupazione. Non ci si può muovere ancora come se la decarbonizzazione fosse ancora lontana, perchè è vicina e se ne vedono già gli effetti. Alle ditte è stata comunicata una pesante riduzione delle lavorazioni che potrebbe provocare un generalizzato e massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali e che comunque sta già determinando il mancato rinnovo di quasi tutti i contratti a termine (a lavoratori che hanno contribuito al funzionamento della Centrale durate la crisi energetica, negli interessi del paese). Come se non bastasse, le voci di spegnimento eo smantellamento di gruppi si fanno insistenti ed è noto a tutti che, quando si attiva il fenomeno cosiddetto “Radio Centrale”, a Civitavecchia non si tratta quasi mai di sole voci».
Oggi i metalmeccanici si sono fermati, per otto ore e per tutti i turni di lavoro con sospensioni delle prestazioni flessibili, reperibilità e straordinari dei dipendenti delle ditte metalmeccaniche con appalti presso la centrale Tvn compresi i lavoratori impegnati/assegnati presso altri siti. Prestazioni sospese anche per tutto il mese di ottobre. Si pensa poi ad organizzare una manifestazione, con sciopero e corteo, per il 12 o 13 ottobre prossimi, date che vedranno incrociare le braccia anche ai lavoratori portuali di Minosse.
«Dobbiamo alzare il tiro e dobbiamo farlo subito – ha tuonato Roberto Bonomi dell’Usb – non possiamo rischiare la fine della margherita, perdendo un petalo per volta, e rimanendo senza più voci per contrastare questa situazione. Oggi siamo 500, domani rischiamo di essere poche centinaia tra pensionamenti, gruppi fermi e tagli vari, perdendo così quella massa critica che può essere impattante a livello politico. Anche sullo stesso progetto dell’eolico, non vogliamo si tratti di uno specchietto per le allodole, visto che per allestire il cantiere ci possono volere anche fino a 2-3 anni. Oggi è il momento della concretezza, non possiamo attendere ancora Enel e le sue decisioni».
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