CIVITAVECCHIA – «Treno delle 8.37 da Civitavecchia già con persone in piedi, mentre il Civitavecchia express parte semi vuoto. Regionale di Trenitalia che vogliamo fare? Ferrovie dello Stato S.p.A.?». E ancora. «Roma Termini - Pisa Centrale ore 16.12 fermo a San Pietro oltre mezz'ora perché troppo pieno, fermo 10 minuti a Ladispoli per precedenza altro treno. 44 minuti di ritardo. Ovviamente è pieno di croceristi ma anche di tantissimi pendolari che rientrano anche in Toscana». Oppure « fermi da 20 minuti a San Pietro perché i troppi crocieristi non permettono la chiusura delle porte del treno».

Sono solo alcuni dei messaggi che, nell’ultimo mese, si sono moltiplicati sui social per denunciare la situazione che, quasi quotidianamente, si ripete sui treni che viaggiano tra Civitavecchia e Roma.

I pendolari, studenti o lavoratori che devono recarsi nella Capitale, sono già sul piede di guerra. La stagione delle crociere sta iniziando proprio adesso, eppure la situazione a bordo dei treni, con poche navi in porto rispetto a quello che sarà il traffico dei prossimi mesi, è già allarmante.

«Non è pensabile viaggiare in queste condizioni - hanno tuonato - ci preoccupa cosa accadrà nei prossimi mesi e ci spaventa anche il futuro, quando ad esempio porto e città dovranno sostenere il “peso” del Giubileo».

Il problema del sovraffollamento diventa ogni anno più difficile da gestire. Da un lato i crocieristi continuano, fortunatamente, ad aumentare: il 2023 si è chiuso con il record dei 3,3 milionid i passeggeri. Dall’altro però i servizi, troppo spesso, non vanno di pari passo con l’aumento dell’utenza.

È vero che sono stati introdotti, anche quest’anno, i treni dedicati ai crocieristi, ma non sono state apportate modifiche tali da renderli più “appetibili” per gli stessi crocieristi. Come confermato infatti dagli stessi pendolari, il Civitavecchia Express già negli anni passati non ha raggiunto lo scopo per il quale è stato introdotto; viaggia spesso vuoto o comunque i turisti preferiscono salire sui treni regionali, ad un prezzo ridotto ed avendo più scelta di orari. Questo però significa sovraffollamento, viaggio in piedi per molti, treni rallentati o fatti fermare per permettere la discesa dei troppi passeggeri.

«Occorre trovare una soluzione - hanno spiegato i pendolari - per garantire un servizio migliore per tutti».

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