TARQUINIA – Sarebbero i conti bancari ad aver tradito Fabio Cappelletta, 40 anni di Tarquinia, titolare del ristorante-stabilimento balneare Chalet del Pescatore. L’uomo, su disposizione della Procura della Repubblica di Civitavecchia, è stato arrestato nei giorni scorsi per usura dagli uomini della Guardia di Finanza di Tarquinia. Il titolare dello stabilimento situto nei pressi della foce del Marta al Lido, secondo i pochi particolari trapelati in merito alla vasta operazione in atto che attraverserebbe più procure, anche quelle di Viterbo e Grosseto, svolgeva un tenore di vita che secondo gli inquirenti sarebbe stato superiore a quanto potesse consentirgli la sua attività. Le indagini proseguono in varie direzioni proprio per accertare se altri imprenditori o semplici cittadini si siano rivolti al ristoratore per ottenere somme di denaro in prestito. Gli inquirenti sospettano infatti che l’attività usuraia dell’uomo non si sia limitata ad un solo individuo. Le operazioni della Finanza sarebbero ancora in atto e non si escludono risvolti nei prossimi giorni, forse anche nuovi arresti. Nei confronti del noto ristoratore, la procura ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Secondo quanto accertato dai finanzieri, l’imprenditore avrebbe prestato una grossa somma di denaro che si aggirerebbe tra i settanta e gli ottanta mila euro a Giulio Milaneschi imponendogli interessi a tassi usurai. La presunta vittima in questione è proprio l’ex titolare della delegazione Aci di Tarquinia che due anni fa balzò agli onori delle cronache nazionali per i guai con la giustizia in merito alla vicenda dei bolli falsi Aci. L’uomo non aveva versato all’erario i soldi incassati da centinaia di automobilisti per i bolli relativi al 2003. Accusato di truffa e appropriazione indebita (si parla di una somma di oltre trecentomila euro), Milaneschi fu processato e condannato. I gravi debiti accumulati sarebbero l’origine dei motivi per i quali Milaneschi si sarebbe anche rivolto a diverse persone per un prestito economico e tra queste ci sarebbe Cappelletta, che peraltro aveva un parente (il cognato) tra i dipendenti della delegazione Aci. Milaneschi nei mesi scorsi è stato vittima di ripetute minacce telefoniche e non solo. In casa sua, a Monte Romano venne gettata anche una bottiglia incendiaria che per fortuna non esplose. Proprio le minacce, a seguito delle quali Milenschi inoltrò ripetute denunce, potrebbero avere uno stretto legame con la vicenda.
Ale.Ro.
Tarquinia, usura: al setaccio i conti di Cappelletta
Operazione ancora in corso della Guardia di Finanza. Interessate tre Procure Il titolare dello Chalet del Pescatore si trova ristretto agli arresti domiciliari Milaneschi, la presunta vittima, minacciato anche con una bottiglia incendiaria
22 aprile, 2013 • 07:50