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Truffa da 25mila euro ai danni di un’anziana con la solita telefonata: "suo figlio ha investito una donna incinta che ora rischia di perdere il bambino. Per tirarlo fuori dai guai servono soldi”.
È accaduto giovedì pomeriggio ad Arlena di Castro quando un sedicente maresciallo dei carabinieri ha contattato telefonicamente una 74enne, facendole credere - nel corso di una lunga telefonata - che il figlio era stato arrestato dai carabinieri per aver provocato un incidente stradale, con investimento di una donna in stato interessante che rischiava di perdere il bambino e che, per essere liberato, era necessario consegnare tutti i soldi e gioielli a disposizione a un carabiniere in borghese che si sarebbe presentato di lì a poco. L’anziana, sconvolta dalla telefonata, ha aderito alla richiesta e, poco dopo, ha consegnato monili in oro per un valore di 25 mila euro a un uomo dall’età apparente di anni 30 che, qualificatosi come carabiniere in borghese, si è presentato all’uscio di casa.
L’anziana donna, dopo aver consegnato l’oro, ha contattato il figlio il quale l’ha rassicurata di stare bene e che era stata raggirata. A questo punto, poiché la signora era rimasta fortemente scossa per quanto accaduto, il figlio ha contattato la centrale operativa dei carabinieri di Tuscania, che ha allertato tutte le pattuglie in circuito delle stazioni e del Norm. Le indagini avviate immediatamente dai militari dell’Aliquota operativa di Tuscania, intervenuti sul posto, hanno consentito di individuare un’autovettura sospetta che si aggirava nel centro abitato. Diramate le ricerche, la stessa è stata bloccata al casello autostradale di Caserta nord dai colleghi della polizia stradale di Caserta con a bordo i due malfattori, di 42 e 21 anni, tutti e due della provincia di Napoli, con a carico precedenti di polizia per truffa e reati contro il patrimonio. Sono stati denunciati in stato di libertà per concorso in truffa, mentre la refurtiva è stata sequestrata, in attesa della restituzione all’anziana signora.
L'Arma dei carabinieri è quotidianamente impegnata nella lotta contro le truffe agli anziani con campagne di sensibilizzazione e con il potenziamento dei servizi di controllo del territorio e ribadisce l’importanza di mantenere alta l’attenzione di tutta la collettività nei confronti di questo pericoloso e particolarmente odioso fenomeno criminale che purtroppo non accenna a diminuire.
Solo 10 giorni fa sempre a Tuscania un 55enne di origini campane era stato arrestato, fermato dai carabinieri subito dopo essersi fatto consegnare da un’anziana del posto 1300 euro sempre col trucco del sedicente avvocato per togliere dai guai un figlio coinvolto in un incidente stradale, così come nei giorni scorsi in molti comuni del viterbese sono state registrati diversi episodi di truffe purtroppo andate a segno o fortunatamente sventate grazie alla prontezza delle persone avvicinate che, grazie ai ripetuti appelli lanciati attraverso gli organi di informazione, si erano insospettiti e non avevano dato seguito alle richieste di denaro per poi allertare le forze dell’ordine.
Nella provincia di Viterbo l’attività investigativa e repressiva di questo fenomeno viene affiancata da un’intensa azione preventiva di sensibilizzazione di tutta la collettività, attraverso una fitta rete di incontri messa in atto in tutti e 60 i comuni della Tuscia, nelle varie associazioni, nelle parrocchie ed in generale in tutti i luoghi di aggregazione presenti nel territorio ove si incontrano le persone più grandi d’età, al fine di spargere il più possibile l’attenzione non soltanto da parte delle potenziali vittime, ma anche di tutti i cittadini di segnalare tempestivamente la presenza di giovani non del posto in giro in modo sospetto nelle vie dei nostri centri piccoli e meno piccoli.
La raccomandazione che si ripete è sempre la stessa: non consegnare mai denaro contante o preziosi a sedicenti esponenti delle forze dell’ordine o professionisti (avvocati, direttori di istituti di credito o delle poste, ecc.), ma anzi quando arrivano queste improvvise richieste di chiamare subito il 112 perché si è quasi sicuramente in presenza di un tentativo di truffa, visto che oggi nella maniera più assoluta non sono queste le modalità di pagamento per la risoluzione di controversie giudiziarie di qualsiasi tipo.