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CIVITAVECCHIA – Droga, armi, estorsione.
Sono tre i reati contestati a un sodalizio criminale smantellato nelle scorse ore da Carabinieri e Polizia nel corso di un’operazione congiunta, durata mesi, che si è conclusa nella mattinata di oggi.
Al vertice il giovane A.C., di soli vent’anni, ma con una spiccata propensione a delinquere. Era lui a gestire il mercato della droga: «Un vero e proprio magazzino dello stupefacente - come sottolineato dal procuratore della Repubblica di Civitavecchia Alberto Liguori, coadiuvato nell’inchiesta dal pm Roberto Savelli - dove gli ordini venivano fatti utilizzando Telegram e le consegne avvenivano in tempi rapidi in auto. Tutto è partito lo scorso gennaio, a seguito di alcune auto incendiate in città, episodi che hanno messo le forze dell’ordine sulla pista giusta. Gli investigatori dell’Arma e quelli del Commissariato, attraverso appostamenti, pedinamenti e intercettazioni, già otto mesi fa arrestarono tre persone, intuendo l’esistenza di un sottobosco legato al traffico di droga.
Adesso il cerchio si chiude, con sei ordinanze di custodia cautelare (quattro in carcere e due ai domiciliari) e una sfilza di indagati. Tredici le persone coinvolte nell’inchiesta, tra cui tre donne. A.C., secondo quanto appurato dagli inquirenti anche grazie alla collaborazione della Polizia penitenziaria, gestiva i traffici illeciti dal carcere attraverso un cellulare: era lui a pressare i clienti morosi, invitandoli con ogni mezzo a saldare il debito di droga. Un magazzino ricco di stupefacenti: in soli due mesi il gruppo criminale, a conduzione familiare, riusciva a gestire oltre seimila dosi, avendo a disposizione anche un terreno dove lo stupefacente veniva seppellito e quindi occultato. Un chilo di cocaina sequestrato da Polizia e Carabinieri nel corso dell’operazione condotta con l’ausilio di un elicottero, da aggiungere a un altro chilo di polvere bianca recuperato nel corso delle perquisizioni dei mesi scorsi. Gli agenti e i militari hanno messo le mani anche su alcuni fucili illegalmente detenuti dagli arrestati.